La recensione su Munich

"Ci sono momenti in cui per il bene dello stato,bisogna scendere a compromessi con i propri valori."
Golda Meir.


La "scissione" della violenza a "fin di bene" e dell'etica umanista,sopravvive nella frase della grande statista israeliana.
"Munich" potrebbe leggersi come l'apologia della "violenza" travestita da antiviolenza.Il male perpetrato dagli spartiti di organismi "parastatali",fungenti da "ribellioni" o martirii contro occupanti o invasori.La terra di Palestina è dal 1948 il lembo d'un martirio umano,uno stigma mondiale di due popoli.Ebrei e Palestinesi alla caccia d' una terra dove radicare la propria storia.I primi popolo di viandanti,nomadi nell'animo dalla cacciata di Dio sul mar rosso.Perseguitati durante l'olocausto,riceveranno nel 1948 uno spicchio di terra nelle valli di Sion.Una terra gia' abitata dai palestinesi,popolo musulmano e filoarabo.Secondo leggi religiose millenarie,mai ebraici e musulmani potrebbero convivere o relazionarsi."Munich" di Spielberg è l'apoteosi di una rivalita' aspra,tra due etnie di fede religiosa differente.E' duro e diretto il "pampleth" di Spielberg.Si entra in scena gia' violentemente,con azioni criminose dei palestinesi.Siamo nel villaggio olimpico durante i giochi sportivi del 1972.Un manipolo di Fidayn arabo-palestinesi s'inoltra nelle stanze degli atleti israeliani facendone mattanza.Seguira' l'indignazione all'unisono dello stato di Davide,con Golda Meir matriarca eminente di una nazione.L'urlo della vendetta parte dalle stanze segrete della Knesset,la morte degli israeliani sul suolo tedesco richiama alla mente l'orrore delle sevizie naziste."Lavare il sangue col sangue" è il motto di una squadra segreta del Mossad,formata da cinque agenti eterogenei e diversi tra loro,per caratteri,compiti e "professioni"."Munich" è un opera dalla ritrosia  cruda e amara.Siamo nelle parti d'un cinema di cronaca,che assume segni politicizzati. Spielberg riesce pero' a non cadere nella trappola d'una retorica edulcorata,in cui sarebbe facile cascare in tematiche simili.Il regista di Cincinnati confeziona invece un film maturo ,nella scrittura ricca di Tony Kushner pregna d'uno stile diretto, e nella direzione attoriale.Eric Bana,Mathieu Kassovitz,Daniel Craig e Geoffrey Rush,si "dividono" il compito,incarnando gli azionisti e i killer "di davide".Sgominare i terroristi di "Settembre nero",fautori del criminoso attentato di Monaco.Consegnarli alla vendetta d' un popolo da sembre vittima di abusi e soprusi.Ma Spielberg anch'egli "figlio d'Israele" non s'intrattiene nel manicheismo o nella faziosita',riesce a creare una sorta di "legame" di "sangue" tra agenti del Mossad e vittime palestinesi.C'è qualcosa che s'incrina in Bana e alcuni soci.E' la loro anima profonda,vituperata da azioni sanguinose,commesse per coercizione e obbedienza allo stato madre.Ma tutto cio' diviene segno tangibile dell'inutilita' della violenza,l'anima e gli uomini a qualunque latidudine hanno un pensiero riflessivo e umano,aldila' del vaticinio politico o statale.Spielberg riesce con "Munich" a spingersi oltre,a guardare all'interno di un gruppo stanco di uccidere,prigioniero dell'atavica paura d'una ritorsione ai danni dei propri cari.E' un meccanismo subdolo che incatena eventi e soldati,rende prigionieri da una parte e dall'altra."Munich" rende l'idea di come le rivalita' politiche o religiose hanno il loro humus nell'interesse di nazioni "principe" come Russia e America.Bana/Avner si trova di mezzo, con misteriosi collaborazionisti francesi capeggiati da Michael Lonsdale,a fare da ago della bilancia.Monaco 72 è solo una delle vicende piu' cruente del terrorismo internazionale.Spielberg prende la vicenda di petto,in modo robusto e coinciso,con azioni intricate pregne di adrenalina e serrate nel modo giusto.Ma il "sangue che lava il sangue" servira' solo a inasprire i conflitti,la ripresa finale mostra due grandi torri new yorchesi,
"Il sangue chiamera' altro sangue"......