Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
a me pare che sia tutto nello sguardo di eric bana. il dovere di obbedire a degli ordini per vendicare una strage di innocenti e quindi occhi fissi senza espressione che guardano dritti e lo sguardo vivo che invece lo porta ad invitare a cena il suo non-capo ricordandosi di cose scritte forse da qualche parte alla fine, e a rifiutare di tornare a non-lavorare per loro. certo come al solito in spielberg la forma è ineccepibile e inattacabile. ma ciò che di solito non trovavo in spielberg, questa volta c'è. mancanza di trasporto di enfasi nel dire quello che vuol dire. asciuttezza. sembra quasi che abbia girato un film alla spielberg e poi una volta visto, si sia detto, ora togliamo ciò che fa spielberg. risultato un bel film, dove le emozioni sono forti e presenti ma non gravate da tonnellate di melassa appicicaticcia di valori, ideali, bandiere sbandierate e lacrime causate da ditate nelle cornee. la morte porta alla morte. attentati portano ad altri attentati. l'odio verso gli ebrei non finirà oggi o domani, come non finirà quello per gli arabi, per gli americani, per i negri, per i froci, per una bandiera piuttosto che per un'altra. la vendetta è un diritto o un dovere? ho diritto di chiedere giustizia e quindi di volere gli attentatori morti e con loro i capi ideologici delle stragi. certo che si, ma anche dall'altra parte si vorrà vendetta per i territori occupati e strappati agli arabi. c'è chi giustamente vuole vendetta e grida a pieni polmoni la pena di morte per l'assassino di bambini o di vecchiette. ma non sarà che avner si è ricordato delle parole di uno del suo gruppo e vuole vedere le prove concrete che quelle persone che ha ucciso erano effettivamente i colpevoli. quando la mente si apre e chiede la luce qualcosa va storto e si diventa scomodi, ingombranti. avner non vuol più tornare in israele, lui vuole solo sua moglie e sua figlia, perchè solo la famiglia lo fa sentire a casa. appartenere ad un posto che sia la famiglia, dove questa sia non importa, basta che sia lontana da morte. a più di vent'anni di distanza cosa avrà mai pensato avner quando le torri gemelle son crollate?... che c'è qualcosa di più infinitamente grande che sovrasta la vita di tutti. così grande che non si vede e che solo pochi sanno manovrare ma forse non gestire o forse gestire in modo da poter decidere cosa fare dove, come e quando! bravo steven un gran bel film. bravi gli attori e che bello vedere visi non dei soliti noti. nota di merito per eric bana, dimagrito di molto ha un sorriso strabico che fa sciogliere.
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