Regia di Salvatore Samperi vedi scheda film
Nato come risposta italiana ad American Graffiti, è una sorta di compromesso fra le esigenze autoriali tutt’altro che spocchiose di un autore fin troppo sottovalutato (Salvatore Samperi) interessato alle dinamiche giovanili meno scontate (basti pensare a Malizia, Nené o Ernesto), echi di una comicità godereccia da commediaccia dell’epoca (per quanto questo sia abbastanza edulcorato nel suo genere) e ambizioni bozzettistiche (c’è il ritratto di una provincia italiana di inizio anni sessanta). Il risultato, però, è modesto più per frettolosità e faciloneria, da accreditare più agli sceneggiatori Giorgio Basile e Gianfranco Manfredi che al regista, che a causa di qualche particolare tematica o altro.
Quando vorrebbe elevarsi sopra la media (Enzo Cannavale che idolatra Eduardo chiamandolo “maestro” e attende il suo arrivo da anni) non riesce ad incidere fino in fondo e resta in superficie senza mai andare in fondo, seppur in un contesto brillante. Lentezze abbastanza evidenti nell’ultima parte dedicata alla messinscena dello spettacolo. Malinconia all’acqua di rose. Alcuni studenti faranno carriera: Christian De Sica, non male, è incredibilmente sottomesso; Jenny Tamburi diventerà un’ottima direttrice di casting; il trentenne Giancarlo Magalli ha ancora i capelli.
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