Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
Palpitante, sarcastico e cattivo.
Assolato thriller all’italiana in trasferta californiana, è un buon saggio sull’ambiguità dei protagonisti, concetto troppo spesso messo da parte sull’altare del manicheismo spicciolo (soprattutto in prodotti USA), ovvero: rappresentiamo i buoni come troppo buoni, i cattivi come troppo cattivi, e la narrazione susseguente la facciamo consistere nell’antitesi inconciliabile fra i due opposti. Qui l’imprevisto rappresentato da un pericoloso rapinatore in fuga con due milioni di dollari irrompe nella quotidianità di una litigiosissima ed annoiata coppia che sembrava quasi aspettare con ansia un episodio di tal fatta, che insomma, casca proprio a fagiuolo. Le conseguenze dell’incontro diventano imprevedibili, perché i “buoni” sono spostati quasi quanto i “cattivi” e su cosa faranno con i famigerati due milioni di dollari, vige una pesante coltre di incertezza. L’ambientazione sperduta e certe situazioni tipiche, oltre che la presenza del mitico Franco Nero, fanno pensare quasi ad un western (ad uno spaghetti western, of course), popolato da personaggi che vivono per fregare il prossimo. Nero, un giornalistucolo nullafacente attaccato alle gonne della mogliettina (e al portafogli del suo danaroso paparino), è un italiano sfiduciato e incazzato verso l’establishment, oggi lo vedremmo bene nei cinquestelle: se tutti tramano per fregare me, perché io non posso provare a fregare loro? E così, ecco Autostop rosso sangue: un vibrante thriller politically incorrect mezzo pulp e mezzo erotico, nel quale il presunto nemico, ovvero l’efferato criminale, si rivela un’occasione per fare girare la ruota della fortuna (dopotutto, porta in dote con sé due milioni); mentre il nemico più grande di ciascuno dei due sposini è inaspettatamente, ma neanche tanto… proprio il coniuge.
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