Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Film fondamentale per la costruzione del mito di James Dean, ma per certi versi piuttosto invecchiato, e comunque non il capolavoro che vorrebbero i suoi fan più sfegatati. La direzione degli attori è certamente l'elemento di maggiore spicco della pellicola, dove si ritrova la modernità dello stile di Nicholas Ray: James Dean vi porta un'espressivita' tormentata, una recitazione fortemente caratterizzata nello stile dell'Actor's studio e una fisicità debordante, degna di un Marlon Brando. Al suo fianco, sono certamente da apprezzare le interpretazioni di Natalie Wood e Sal Mineo, entrambi candidati all'Oscar come attori non protagonisti e calati con efficacia e spontaneità nei panni di adolescenti problematici (il ruolo di Plato ha anche un sottotesto omosessuale che per Mineo era autobiografico e rese difficile lo sviluppo della sua carriera di attore). La regia di Ray mostra una sensibilità visiva tutt'altro che indifferente in numerose scene, fra cui meritano di essere citate soprattutto quella del planetario, la "corsa del coniglio" e le scene dei tre ragazzi nella casa abbandonata, avvalendosi di una bella fotografia a colori in Cinemascope di Ernest Haller. Tuttavia, la descrizione dei rapporti familiari di Jim Stark con genitori incapaci e autoritari appesantisce il film, a tratti si scade nella predica e il finale che sfiora la tragedia ma si chiude all'insegna di un certo conformismo sociale, visto oggi può deludere lo spettatore più esigente. Interessante come documento sociologico e come reperto degli anni Cinquanta, ma Ray ha fatto di meglio.
Voto 8/10
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