Regia di Edouard Molinaro vedi scheda film
Sempre un grande e di enorme successo De Funès, secondo molti e forse a ragione in una delle sue più rappresentative, debordanti, irrefrenabili, frenetiche e survoltate interpretazioni, è il meccanismo da farsa feyudiana, aperta pochàde, seppure dai meccanismi ben oliati, rodatissimi da Édouard Molinaro, che da sempre fa meno per me.
Teatralmente(e che già sul palcoscenico aveva infatti ripreso De Funès per vari anni) unico difatti in pratica il set, con i vari piani e stanze grandi quanto quelle di Ken Adam, della straordinaria villa Stein tra modernismo anni '60 e art decò lecorbusiano, giapponeserie assortite , del ricchissimo industriale interpretato Bertrand Barnier dallo stesso De Funès.
Convince poco Claude Rich/Christian Martin, meglio nelle parti drammatiche che nel comico farsesco a doppia velocità, non ce la fa granché a stare dietro ad una potenza della natura del ritmo e dell'intensità fisica e mimica(difatti avrebbe poi avuto vari infarti) come De Funès.
Bravo Mario David nella parte del nottolone ma non così imbecille allenatore personale superpalestrato, ovviamente di origine italiana.
Ne fu fatto uno sciagurato rifacimento americano diretto da John Landis nel 1991 ormai già in piena caduta libera, trasposto tra famiglie della mafia italo-americana, con un Sylvester Stallone in uno dei punti più bassi della sua carriera(secondo sua stessa ammissione), nel ruolo di De Funès.
C'era persino Ornella Muti, fu un fiasco colossale.
John Nada
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