Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Ecco che si affaccia nel cinema di Rossellini il cinema che poi tornerà alla grande dagli anni '60 in poi. Qui si parte da un oratoria di Paul Claudel già portato in teatro dallo stesso Rossellini nell'anno precedente, e la derivazione teatrale è evidente, ma il gusto è più che cinematografico un'operazione a dir poco originale, una sfida certamente intellettuale, ma forte ed innovativa: Un Rossellini che è lontano dalla sua derivazione neo-realistica, anche se lo nega nelle interviste. Qui c'è tutto uno studio sui concetti religiosi, sui cori di derivazione greca, su un'impostazione celeste che sembra una realizzazione completa del pensiero dantesco nella Divina Commedia. La musica, i canti tutto riporta ad un discorso mistico religioso, accompagnato da una riflessione dei fatti salienti della vita di Giovanna D'Arco. Siamo un un cinema sperimentale in cui è curata moltissimo l'interpretazione che rimane sempre su gradini di ottima impostazione e una Bergman ispiratissima e non doppiata. L'attrice aveva già interpretato nel 1948 un film con il tema di Giovanna D'Arco, ma diciamo pure che l'operazione era una pura derivazione hollywoodiana che non si distingue da tante altre, ma voluta fermamente dall'attrice e quindi ripetuta con basi nettamente diverse con Rossellini.
Curatissima la messa in scena, compreso le luci e la rapprensentazione corale
Un rilfessione di Giovanna D'Arco con la presenza e lo stimolo di San Domenico
Una virata forte per Rossellini che anticipa le sue idee di cinema che sempre di più saranno presenti nel decennio che verrà, da aggiungere il valore religioso e cattolico che si aggrappa sempre più ai suoi valori
Un coragggiosa e forte interpretazione con una volontà di ferro
Il ruolo da patner in San Domenico
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta