Regia di Carmine Gallone vedi scheda film
Alla morte del tutore, un’orfana appena maggiorenne si ritrova a dover lavorare per vivere. Non sarà facile per una bella ragazza sfuggire alle insidie di un mondo aggressivo e maschilista, almeno finché la giovane non incontrerà l’uomo giusto.
Tratto da un romanzo dello scrittore tedesco Alfred Heller intitolato Maedel in not con una sceneggiatura firmata da Gherardo Gherardi, L’amante segreta è un dramma dalle lievi venature di critica sociale, ma a rigorosissimo lieto fine, che rispecchia il cinema popolare dei suoi tempi: è infatti il 1941 e l’esperto Carmine Gallone (classe 1885, una carriera iniziata in piena epoca del muto, oltre un quarto di secolo prima) confeziona senza troppa fatica questa pellicola modesta, ma certo non tirata via. Anche perché al centro del cast compaiono nomi di ottimo calibro come la giovane, ma già quotata Alida Valli, Osvaldo Valenti, Fosco Giachetti e Vivi Gioi, oltre a Ernesto Almirante, Camillo Pilotto, Luigi Pavese e Arturo Bragaglia in ruoli marginali. La citata ‘critica sociale’ è tutta racchiusa nella descrizione della difficile condizione di Renata, piacente ragazza appena maggiorenne che si ritrova da un giorno all’altro a dover cercare un lavoro per vivere; naturalmente siamo anni luce distanti da qualsiasi rivendicazione femminista, ma la situazione è comunque inquadrata in maniera convincente. Ai tempi diede scandalo il fatto che nel film la Valli si spoglia nuda, facendo la modella per un pittore: ovviamente però sulla pellicola non compare un centimetro di pelle in più di quella che si poteva presupporre. 3,5/10.
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