Regia di Sacha Guitry vedi scheda film
Voto 10, senza esitazioni. Uno dei migliori film di Sacha Guitry e una delle più riuscite interpretazioni di Michel Simon, vero e proprio monumento del cinema francese di una volta. Qui riesce ad interpretare due personaggi completamente diversi, benché gemelli, con uguale naturalezza. I dialoghi sono di alta classe, in un francese letterario e teatrale, ma vivo, scoppiettante, arguto, come in tutte le opere di Sacha Guitry. Bravi anche i personaggi di contorno, a cominciare dalla moglie di Albert (Marguerite Pierry), strepitosa nella sua trasformazione da signora borghese, rigida e scorbutica, a donna che, pur anziana, riscopre improvvisamente la capacità di innamorarsi. Il film scorre senza una battuta d’arresto. Alla fine, lo spettatore si sente divertito, ma con una punta di malinconia. Vera arte.
Albert Ménard-Lacoste (Michel Simon), ricco industriale tutto d’un pezzo e all’antica, sposato e padre di due figli, ha fatto credere per trent’anni di aver perso, all’età di 18, un fratello gemello, Alain Ménard-Lacoste (sempre Michel Simon). In realtà, quest’ultimo è vivo, ma è un giramondo scapestrato e senza fissa dimora, di cui Albert si vergogna. Un bel giorno, se lo vede ricomparire davanti, mal ridotto e in cerca di aiuto. Volendo liberarsene al più presto, lo va a trovare nell’equivoco alberghetto in cui alloggia, intenzionato ad offrirgli un posto di lavoro in una delle filiali delle sue numerose aziende, a condizione che cambi nome, si faccia crescere la barba e si vesta in modo dignitoso. Nel corso del loro incontro, però, Alain muore d’infarto. Albert ne approfitta per prendere il posto del fratello, scambiando vestiti ed effetti personali. Prima di chiamare un medico e la tenutaria dell’albergo, redige minuziosamente una postilla al suo stesso testamento e la infila nel suo ex-portafoglio. Come si sarà capito, lascia l’intera sua fortuna al fratello, cioè a sé stesso. Gustosissima scena della lettura del testamento presso il notaio ed ecco il nuovo Albert proiettato nella vita quotidiana di Alain, che scopre molto più spensierata e ricca di rapporti umani della sua. Come se non bastasse, la moglie e i figli, inizialmente ostili all’intruso gemello erede del loro patrimonio, cominciano a parlar male del caro estinto, lamentandosi del suo carattere scorbutico, dei suoi modi autoritari, della sua pignoleria. Finiscono anzi con l’affezionarsi a quello che credono suo fratello, a tal punto che la madre s’innamora del cognato, vale a dire di suo marito. Albert è solo di fronte al suo fallimento esistenziale. Lascia la sua casa e si allontana nella notte, lungo un ponte…
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta