Regia di Cinzia Th. Torrini vedi scheda film
Anna, madre di famiglia di mezza età, per frustrazione comincia a giocare d'azzardo. Pian piano esaurisce tutti i soldi che ha, e comincia così con quelli della figlia. La disperazione aumenta, la situazione precipita, ma finalmente una sera esce il desiderato 67 sulla ruota di Firenze. O forse è soltanto Anna a essere sprofondata nella follia.
L'esordio nel lungometraggio cinematografico di Cinzia Th Torrini è questo Giocare d'azzardo, film maturo non poco per essere il prodotto della sceneggiatura di una ventottene, ovvero la regista, che firma il copione insieme a Marco Colli. La pellicola racconta la discesa agli inferi di una donna apparentemente comune, trascinata nella disperazione e nella follia dalla fissazione di poter cambiare il suo (e non solo suo) destino vincendo al gioco d'azzardo; ma la dea bendata non ha la minima idea di chi sta baciando e, probabilmente, non si avvicina mai più di tanto dalle parti della protagonista, una encomiabile Piera degli Esposti. Altrettanto valida è la presenza nel principale ruolo maschile di Renzo Montagnani: affatto male, come coppia centrale in un'opera prima. Tra gli altri elementi del cast si possono inoltre citare Remo Girone, Claudio Spadaro, Liliana Gerace, Antonella Guidelli e Remo Remotti. Una co-produzione tra Italia e Germania Ovest che dispone di mezzi dignitosissimi, ma sicuramente non abbondanti: la confezione è però impeccabile a dimostrazione dell'ottimo savoir-faire dei collaboratori tecnici della regista: Luigi Verga per la fotografia, Roberto Schiavone al montaggio, Maurizio Giammarco (già autore delle musiche per Nudo di donna, di Nino Manfredi, l'anno precedenti) per la colonna sonora. Tutto ordinato e ben disposto in scena, recitato doverosamente, ma manca sempre quel guizzo, quel colpo a sorpresa nella trama che dica qualcosa di più del minimo sindacale sulla storia raccontata. 5/10.
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