Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
Le cose buone di questo film sono da ricercare, senz'altro, innanzitutto nei protagonisti: Montagnani e Buzzanca sono intepreti dotati, seppure non siano mai stati realmente valutati per le loro reali capacità a causa delle carriere sulla scia dei vari Pierini e delle Dottoresse e dei soliti mariti siciliani fedifraghi e gelosi. Nel cast inoltre abbiamo Paolo Stoppa, Marilù Tolo e molti altri volti noti (fra cui Enrica Bonaccorti in una breve particina). E poi i costumi, le musiche (Riz Ortolani), le scene: tutto è adeguatamente curato, non c'è nulla di gettato lì o di trasandato, anche se potrebbe sembrare il classico 'decamerotico' di quegli anni; ma la storia è realmente di scarsissimo spessore, è sul contenuto che il lavoro si inceppa. Le scene di nudo si sprecano, trapela una discreta misoginia (anche per colpa della storia, senz'altro, ma in quel cinema non può assolutamente sorprendere), gli argomenti pruriginosi sono purtroppo figli di ciò che stava accadendo al cinema italiano in quegli anni.
Storiella medievale. Un signorotto si impone sulla popolazione del suo territorio, utilizzando, fra gli strumenti di oppressione, il famigerato jus primae noctis. Gandolfo, però, non ci sta: non gliela darà vinta facilmente.
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