Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Dispiace parlar male di chi in qualche modo ha dato un notevole contributo al cinema italiano, fondando un genere personale (commedie o tragedie eccessive e scatenate) con stile altrettanto personale e riconoscibilissimo. Ma non si può tacere di fronte ad un film di questo tipo, talmente brutto da riuscire ad essere nemmeno trash, irrimediabilmente superato per sovrabbondanza di luoghi comuni, stereotipi e banalità (nonché banalizzazioni), straordinariamente fastidioso a causa di una messinscena con la mano sinistra (e quel doppiaggio totalmente, orgogliosamente fuori sincrono, da mani nei capelli), privo di qualunque interesse se non quello di attestare l’inesorabile declino di una regista che non ne imbrocca una da decenni, di un attore che dopo l’Oscar ha fatto quasi solo boiate (F. Murray Abraham che interpreta un ex giornalista americano trasformatosi in pescatore che parla con una cadenza napoletana assolutamente assurda) e di un’attrice che dovrebbe accontentarsi di vivere del proprio mito e non infierire mortali colpi ad una carriera che è pressoché finita con la prova totale di Una giornata particolare e lo spiritoso omaggio di Pret-a-Porter (Sophia Loren).
Scenari da cartolina modificata con Photoshop fotografati da Beppe Lanci con un chiaro intento di esportazione del prodotto, musiche sopra le righe con una canzone sui titoli di testa e coda involontariamente ridicola e un cast di contorno che si distingue tra belle statuine incapaci (Caspar Zafer, Emiliano Coltorti, Carolina Rosi) e consumati professionisti partenopei coinvolti più per affetto verso la regista che altro (Angela Pagano, Elio Pandolfi).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta