Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Il difficile impatto nella realtà torinese per un emigrato campano, proveniente dalla provincia avellinese e giunto nel capoluogo piemontese per lavorare alla Fiat.
Trevico è il paese natale di Ettore Scola, realtà quindi ben conosciuta dall'autore del film, anche sceneggiatore insieme al giornalista e politico (PCI) Diego Novelli; e meglio di Novelli, torinese (e due anni più tardi sindaco del capoluogo piemontese), Scola non potrebbe trovare in questa occasione. La coppia infatti è assortita benissimo: Trevico-Torino... Viaggio nel Fiat-Nam è un film politico, sponda chiaramente mancina, che non nasconde in alcun modo la sua faziosità, anzi si schiera apertamente come una sorta di docu-fiction sull'immigrazione interna nazionale che dal sud ha portato tantissimi a trasferirsi nell'operoso nord industriale. Se la pellicola risulta una delle più nascoste all'interno della filmografia del cineasta campano, però, non è solo per la questione politica, che certo la rende un po' pesantina, ma d'altro canto le conferisce un plusvalore in termini di testimonianza sociale; a tutti gli effetti il film è un prodotto povero, girato con mezzi modesti e non proprio esaltante neppure sul piano narrativo. Inoltre gli interpreti sono tutti pressochè sconosciuti, se si eccettua il protagonista Paolo Turco, comunque figura di secondo piano nel nostro cinema. Prodotto dalla Unitelefim, sponda PCI, è un bizzarro esercizio a cavallo fra due titoli monumentali - e di vasto successo al botteghino - della carriera del regista: La più bella serata della mia vita (1972) e, soprattutto, C'eravamo tanto amati (1974). 4/10.
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