Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Gli Abba mi piacciono, ma questo film è poca cosa, benché ambizioso e fatto con impegno. Si sprecano tecnicismi, vari tipi di montaggio, fotografia effettistica, complesse sovrapposizioni sonore tra concerto, repertorio, e play--back. Tuttavia, come dicevo, il risultato è misero, come la montagna che partorisce un topolino. Si poteva fare qualcosa di meno ruffiano e pretenzioso, con meno artifici tecnici, ma che avesse però più sostanza e consistenza. Bisognava metterci un po' più di buon senso e di cuore, e un po' meno di testa e ambizione. Non pretendevo un capolavoro come i "Blues Brothers", ma un film musicale che tenga viva l'attenzione sì. Gli stessi Abba oggetto del film sono una figuara evanescente e frammentaria, cosicché se uno vuole vederli, sentirli cantare e parlare, resta comunque deluso. Del resto Hallstrom, un po' ruffiano e un po' furbo, non mi ha mai convinto. L'unica consolazione è la bellezza di Agnetha, valorizzata dalla fotografia che vira sul giallo e sul fluorescente. I quattro grandi svedesi meritavano qualcosa di più.
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