Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Anna è taciturna, chiusa nel suo mondo. La morte del cugino a cui era particolarmente legata l'ha fatta precipitare in un quasi completo mutismo colmo di rassegnazione. Dopo un periodo in un ospedale psichiatrico dove riesce a legare con Luciano, un altro ospite, Anna torna a casa dal fratello. Ma la donna non sa ambientarsi in quella nuova realtà e fugge di casa.
“Qualcuno le ha fatto del male?” “Sì” “Chi è stato?” “Tutti”. In questo rapido scambio che la protagonista immagina di avere con uno sconosciuto in un bosco, c'è tutta la rassegnata disperazione del disagio mentale di Anna, qui mirabilmente interpretata da Lucia Bosè, donna non più giovanissima e colta da un'angoscia profonda, esistenziale, dalle radici psichiatriche. Tanto da farle meritare un ricovero in manicomio, struttura dalla quale esce non appena ristabilitasi mentalmente abbastanza per poter ricominciare una vita all'incirca 'normale'. Ma più che sul concetto di normalità (ciò che è comunemente accettabile, e fine del discorso), qui si fa il punto su quell'“all'incirca” - Anna è una donna all'incirca qualsiasi (bella, ma difettosa a modo suo), con una famiglia all'incirca amorevole (il fratello Renato tenta di prendersi cura di lei, ma la cognata non collabora), che vive all'incirca nella realtà, in una realtà che è frutto delle sue fantasie, dei suoi sogni, dei suoi ricordi. Nel film tutto comincia con un'inchiesta giornalistica ambientata in manicomio e non è una scelta casuale, per nulla: L'ospite è, sia pure in forma di fiction, un'inchiesta sul disagio psicologico e psichico, che a più riprese sottolinea lo stigma del manicomio e la vasta serie di pregiudizi che accompagnano chi vi è dovuto accedere. Film dagli argomenti importanti e ben maneggiati, senza cadere in facili retoriche né banalizzare situazioni troppo ostiche per il pubblico più vasto, L'ospite è la terza regia a soggetto di Liliana Cavani per il cinema, alla quale seguirà il successo de Il portiere di notte (1974) che la consacrerà a livello internazionale. Nel cast anche Peter Gonzales, Alvaro Piccardi, Maddalena Gilia e Glauco Mauri; bianco e nero dettato probabilmente da scelte di economia, ma senz'altro funzionale a una storia tanto diretta e cruda; sceneggiatura della stessa regista. 6,5/10.
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