Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
E' il secondo film della Cavani, dopo il Francesco d'Assisi di due anni prima con Lou Castel protagonista (che qui ritorna nel finale, in un piccolo ruolo); anche questa volta alla regista modenese preme raccontare una storia 'scomoda' per la Chiesa e infatti Galileo avrà vita piuttosto difficile, cominciando con un divieto di visione ai minori di anni 18 (!) per arrivare al totale esilio televisivo per l'opera: e pensare che produceva la Rai! Sebbene l'intento didattico-documentaristico sia palese, la struttura narrativa e l'impianto tecnico della pellicola vivono dei mezzi e degli espedienti classici della fiction, andando in questo senso cinematograficamente oltre la piatta aderenza storica degli spogli lavori rosselliniani che in quel periodo cominciavano a vedere la luce. Ciononostante la ricostruzione dei fatti è impeccabile, sebbene sia evidente a più riprese che l'obiettivo essenziale per la Cavani è quello di puntare il dito - certo non a torto - contro l'ottusità della Chiesa contemporanea di Galileo (ma siamo sicuri che poi la situazione sia così tanto migliorata?); in sceneggiatura la regista è affiancata da Tullio Pinelli (da poco 'divorziato' artisticamente da Fellini, dopo una lunga e decisamente proficua collaborazione) e da Fabrizio Onofri (autore anche per - fra gli altri - Montaldo e Damiani). Cyril Cusack, attore sudafricano utilizzato qualche volta anche dal cinema italiano, è un buon protagonista; in un ruolo di contorno c'è anche Gigi Ballista, curiosamente impiegato in veste seria. Musiche di Ennio Morricone, montaggio di Nino Baragli. 6,5/10.
Vita di Galileo: fra fine XVI e inizio XVII secolo, lo scienziato toscano scopre che è la Terra a girare attorno al sole e non viceversa. Le sue teorie disturbano la Chiesa, che decide di torturarlo a morte se non sconfesserà le sue scoperte 'pentendosene' pubblicamente. Galileo non potrà che obbedire.
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