Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Le vite spensierate di cinque ragazzi in una città di provincia (Lucca) nell'Italia di fine anni '50 iniziano pian piano a cambiare quando uno di loro, Franco (Ennio Girolami) si sposa: tra amori che vanno e vengono, un altro matrimono, dettato più dalla convenienza - Ettore (Antonio Cifariello) sposa la ricca e annoiata Mara (Sylva Koscina) - che da un sentimento vero, storie che nascono e muiono nel giro di poche tempo, il tempo passa inesorabilmente e, dopo una scorribanda notturna, che fa il paio con quella allegra e spensierata dell'inizio, ma di tutt'altro umore per i cinque, ormai consapevoli che con il sopraggiungere dell'età adulta, l'avere delle mogli e dei figli, la loro esistenza è cambiata per sempre; la mattina successiva, il tormentato Marcello (Gerard Blain), accompagnato dalla sua ragazza Lucia (Antonella Lualdi), lascerà la città e i suoi amici con rammarico, per recarsi a Milano, dove ha trovato un lavoro.
Mauro Bolognini, con 'Giovani mariti', continua il suo percorso d'indagine psicologica nella gioventù di quei tempi, costruendo ancora una volta un film corale dove riesce a far brillare di luce propria il composito cast di giovani speranze - alcune dal futuro brillante, altre un po' meno e altre ancora eclissatesi - in un'opera che si discosta - tanto per citare i lavori più importanti del periodo per il regista toscano - sia del precedente 'Gli innamorati', per il fatto che là si trattava di neorealismo rosa e il tutto era visto in toni da commedia, tutto sommato con pochi pensieri e tutto si chiudeva in modo positivo mentre qui sotto l'apparenza da commedia cova il dramma e l'amarezza di un gruppo di ragazzi alle prese con un futuro totalmente incerto, al quale tutti si sentono pieni di dubbi ed impreparati, e sia dal celebre dittico 'La notte brava'-'La giornata balorda', poichè l'azione è trasportata dai quartieri meno abbienti della metropoli romana a una città della grande provincia italiana, con protagonisti giovani che appartengono al ceto medio e non ai diseredati dei due film successivi.
Il soggetto e la sceneggiatura, scritti a più mani, tra cui anche P.P.Pasolini, ricordano molto 'I vitelloni' di Fellini, dato che si narrano (in entrambi i casi con il ricorso alla voce fuori campo sempre di Franco Interleghi, che interpreta qui il superficiale Antonio e nel capolavoro felliniano Moraldo) le vicende di cinque giovani, piuttosto sfaticati, avente come quinta una città di provincia - Lucca e ovviamente Rimini - alle prese con i loro amori sfuggenti, con uno di loro che si sposa all'inizio del film e un altro che alla fine se ne va alla mattina (in pullman, mentre Moraldo se ne andava in treno), quando i suoi amici, come dice egli stesso: ''Stanno ancora dormendo''!
Uno degli esiti più felici del regista pistoiese, impreziosito dalla fotografia in b/n di Armando Nannuzzi, che dà alla città di Lucca, specie nelle riprese notturne, un'atmosfera quasi di magia e sospensione del tempo.
Voto: 8.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta