Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Un'onesta pellicola di fine anni '50 dove Mauro Bolognini ritorna sul sempiterno tema dei giovani scapestrati che "mettono la testa a posto", ma con uno sguardo intimista e malinconico che lo rende più vicino al dramma che alla commedia
Le scorribande dei quattro amici scapestrati (il numero può essere una variante ad libidum) che decidono, per scelta o per convenzione sociale, di "mettere la testa a posto", è uno dei temi classici del cinema di ogni latitudine, dai nostri "I vitelloni" o "C'eravamo tanto amati" fino alle più variegate pellicole americane che spaziano dalla commedia più spinta al dramma esistenziale. Non fa dunque eccezione il film che nel '58 Mauro Bolognini girò a Lucca (molto belle, per inciso, le ambientazioni in un centro storico ancora dalla dimensione rurale) e che racconta senza infamia e senza lode le vicende di un gruppo di giovani alle prese con innamoramenti, matrimoni e crisi esistenziali. C'è comunque un lodevole tentativo di introspezione nel carattere di ognuno dei protagonisti, vedendone con accuratezza le caratteristiche soggettive ed il diverso approccio alla vita ed a tutte le traversie sentimentali che si trovano ad affrontare, con uno sguardo intimista e malinconico che avvicina il film più al dramma che alla commedia.
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