Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Il film è ambientato in Australia nel 1831, dove arriva Charles Adare (Michael Wilding) che, ad una cena, ritrova Henrietta Considine (Ingrid Bergman), moglier di Sam Flusky (Joseph Cotten), ex stalliere della famiglia della donna quando vivevano in Irlanda, accusato ai tempi di aver ucciso il fratello di lei, e ora ricco nel Nuovo Continente. Nella magione dove vivono con la servitù, comandata dalla governante Milly (Margaret Leighton), Henrietta soffre di turbe depressive e si è data all'alcool ma l'arrivo di Adare rimescolerà le carte in tavola.
'Il peccato di Lady Considine' sancisce la terza ed ultima collaborazione di Ingrid Bergman nonché la seconda di Joseph Cotten - a sei anni di distanza da 'L'ombra del dubbio' - con il maestro inglese e la sua seconda esperienza con il colore, con cui anche stavolta opta per immagini desaturate, dalle tonalità pastello, grazie al mirabile lavoro di Jack Cardiff, che danno al film una dimensione onirica e allo stesso tempo contemplativa, combinata ai sinuosi e lenti movimenti della mdp, che indugiando tra le stanze e i palazzi dove è ambientata la storia, danno allo spettatore la parvenza di stare ad osservare un quadro in movimento.
Il film, che a tratti soffre eccessivamente l'origine letteraria - il romanzo di Helen Simpson, sceneggiato da James Bridie - si può definire un mélo dove aleggiano i fantasmi, sotto forma di peccato e di senso di colpa e anche una variante, meno incisiva e riuscita, di 'Rebecca', dal quale recupera i temi dell'ambientazione in una reggia, della governante minacciosa e del passato che pesa ed incombe su tutti come un macigno.
A torto considerato poco hitchcockiano - è comunque presente il tema del binomio colpevole/innocente - ma in realtà è un'opera negli umori, nei toni e nella visionarietà delle immagini anticipatrice del suo cinema futuro, che darà opere immortali come ad esempio 'Vertigo'.
Ottimo il quartetto di attori principali, da Ingrid Bergman, al culmine del suo fascino, a Joseph Cotten, che ricalca e riprende in parte l'ambiguo Charlie Oakley de 'L'ombra del dubbio', ma ammantandolo di una certa sofferenza, a Margaret Leighton, nel ruolo della governante infatuata del padrone di casa e disposta a tutto pur di 'eliminare' Henrietta 'Hattie', che vede come un ostacolo alle sue mire, e per finire a Michael Wilding, il cui personaggio fa da trait d'union fra tutti e causa scatenante delle passioni sotterranee, sino al suo arrivo rimaste sopite.
'Under Capricorn', quasi 'nascosto' nell'ampia filmografia del cineasta britannico, pur non essendo un capolavoro come certi critici francesi considerano, è un film da riscoprire e rivalutare, dato che all'epoca della sua uscita fu un fiasco clamoroso.
Voto: 7 (v.o.s. su YouTube).
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