Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Under Capricorn (per noi Il peccato di Lady Considine) è uno dei film di Alfred Hitchcock fra i meno conosciuti, rimasto qui in Italia a lungo totalmente assente dai palinsesti televisivi e dalla distribuzione dell'Home Video, e solo da poco recuperato alla visione grazie alla "Sinister".
Tratto da un romanzo del 1937 di Helen Simpson sceneggiato per lo schermo da James Bridie, è ricordato soprattutto per la presenza di una intensa Ingrid Bergman (per inciso fu proprio durante la lavorazione di questa pellicola che è ambientata in Australia ma fu girata in Inghilterra, che scoppiò la "fatale scintilla" dell'innamorata infatuzione dell'attrice per Rossellini, a seguito della quale decise di buttare alle ortiche la sua prestigiosa carriera hollywoodiana, di trasferirsi in Italia e di sposare il regista) che resta per noi un capolavoro misconosciuto e quasi dimenticato assolutamente da recuperare (lo conferma il giudizio dei Cahiers du Cinéma che lo hanno da sempre apprezzato, valutandolo come uno dei titoli fra i più interessanti della sterminata produzione del regista).
Di poco inferiore a Rebecca (con cui ha qualche marginale traccia in comune) è soprattutto interessante per la dimensione melodrammatica della storia, le passioni profonde e i conflitti sociali e "di classe"che contrappongono e legano fra loro i protagonisti, e che solo marginalmente si tingono di "pallide nuances virate verso il giallo", oltre che per la splendida fotografia di Jack Cardiff e i virtuosistici piani sequenza (anche in verticale) costruiti da Hitchcock con la consueta insuperabile maestria che possono benissimo competere per arditezza formale (sia pure in una dimensione meno "sperimentale"), con ciò che aveva già magistralmente realizzato con The Rope.
L'atmosfera è torbida al punto giusto, la dimensione di tutti i personaggi ambigua e sfaccettata come richiesto da una vicenda contorta ed avvincente che in Hitchcock trova sempre nei ritmi e nella tensione i suoi principali punti di forza. Gli interpreti sono a loro volta eccellenti, con in primo piano la sofferta, conflittuale interpretazione della Bergman che sembra riflettere i dilemmi interiori della sua storia personale del momento, ben coadiuvata da Joseph Cotten, Michaele Wilding, e una odiosissima Margareth Leighton.
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