Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
I due giovani leoni in guerra sono proprio “Il selvaggio” Marlon Brando e, dopo “Da qui all’eternità”, ancora Montgomery Clift con il suo pugno e la sua generosità.
Ad accompagnare i due leoni due leonesse Barbara Rush e la bionda May Britt.
Presenza importante, ma scialba, è quella di Maximilian Scell, nella parte del capitano Hardenberg, e quella di Dean Martin, Michael Whiteacre.
Sebbene sia un film di guerra lo si dovrebbe definire un film sulla guerra. Alle scene sempre terribili dei bombardamenti,delle imboscate,dell’avanzamento dei carri armati che tutto e tutti travolgono con i loro possenti cingoli e le loro torrette sputa fuoco, si alternano momenti di un conflitto interiore che investe sia il militare tedesco che quello americano, la coscienza come il dovere e l’obbedienza albergano ovunque. Occorre vedere questo magnifico film non con l’occhio del combattente, ma con chi intende fare una profonda analisi dell’animo umano. Il tenente tedesco Christian Diestl, interpretato da Marlon Brando,combatte la sua battaglia insieme al capitano. Entrambi sono partiti convinti di seguire una giusta causa, come se ancora si potesse credere in una guerra santa, ma mentre il capitano, che fisicamente ha ben poco del militare tedesco, tutto d’un pezzo, arrogante e presuntuoso, rimane fedele servitore al nazismo, il tenente, che ricopre molto meglio il ruolo del tedesco poco nazista, sia nel fisico che nell’interpretazione, va prendendo sempre più coscienza di quello che accade e non dovrebbe accadere, e va quindi perdendo il convincimento di condurre una guerra giusta. Vi sono momenti in cui lo spettatore rimane impietrito dalla violenza gratuita dell’uomo contro l’uomo, c’è ad esempio la scena in cui dopo aver ucciso in Africa tanti inglesi inermi, agendo con intelligenza ammirevole sotto il profilo della tattica, il capitano comanda di uccidere tutti i feriti e al tenente di uccidere l’ultimo superstite grondante sangue e cieco,senza armi, anzi senza aver ancora indossato la sua divisa. Il momento è drammatico, la pietà prende il sopravvento e il tenente Diestl non obbedisce, non spara, non ammazza. Lo farà il capitano, per la gloria!. L’ordine è non fare prigionieri da sfamare, non avere feriti da curare, nemici da trasportare, l’ordine è lasciare il deserto dietro di sé, e non solo in Africa. È così anche dopo aver visto i campi di concentramento, ad aver assistito a tanto orrore, si è reso conto dell’errore fatto nel credere nella guerra santa. Alla fine l’ultimo errore lo commetterà proprio indossando ancora la sua divisa sulle macerie attorno a Berlino.
La figura femminile emergente nella Germania fedele al Fuhrer è la moglie del capitano, Gretchen Hardenberg, la bellissima bionda svedese May Britt. I suoi occhi, chiari come un cielo sereno di un’ alba di primavera, una sera si specchieranno in quelli profondi e cupi di Marlon Brando, la cui bellezza fisica come la sua dote artistica, non si può mettere in dubbio.
L’altro leone, guarda caso, è proprio un ebreo Noah Ackerman,interpretato dall’affascinante e bravo Montgomery Clift: un uomo romantico letterato che tra”Guerra e Pace” preferisce la pace. Sebbene la guerra sia agli ebrei, lui non odia. Per il suo carattere è beffeggiato dai suoi commilitoni, sarà il coraggioso e fiero leone che eroicamente in guerra salverà anche il suo denigratore. Il famoso regista Edward Dmytryk ha scelto anche un attore più incline a fare film leggeri o commedie piuttosto che di guerra, Dean Martin che deve essere Michael Whiteacre appunto un uomo di spettacolo a cui ancor più della pace, piace il bel mondo, la bella vita e le paillettes alle mostrine. Al contrario dell’ufficiale nazista finirà coll’’arruolarsi e il destino vorrà che roprio lui con Noah Ackerman finirà con l’uccidere chi invece meritava di vivere per raccontare i misfatti di una guerra dissennata che ha messo in ginocchio la Germania, la nazione della razza perfetta, ad eccezione di Adolf Hitler che tutto era tranne che perfetto, stando ai suoi ideali,non era biondo, non era alto, non era atletico e forse neanche tanto maschio, o almeno prolifico non avendo lasciato prole!
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