Regia di Maurizio Lucidi vedi scheda film
Renzo Montagnani in quegli anni firmava qualsiasi contratto gli venisse posto davanti; purtroppo, è noto, a ciò era costretto da problemi piuttosto gravi. La Bouchet è invece giustificabile per il fatto che la bellezza estetica prima o poi sfiorisce: e allora sotto con qualsiasi ruolo sexy (qui anche meno del solito, va riconosciuto) fin tanto che il fisico può permetterlo. Accanto a questi due noti volti, che sono poi i protagonisti centrali della pellicola, c'è però il vuoto: nessun nome famoso (tranne una comparsata di Giacomo Furia come improbabile commissario di polizia) ed una storia a dir poco traballante, che non va di un millimetro oltre i consueti luoghi comuni della commedia erotica-demenziale: corna à gogo, il finto dottore ma vero erotomane, gli equivochetti maliziosi; la sceneggiatura porta le firme di Continenza e Francisco Lara Polop (nome che è una garanzia di anonimato). Lucidi come regista cominciò in sordina, negli anni '60, con una manciata di dimenticati spaghetti western; nei '70 diresse qualche commedia di scarso rilievo e negli '80, complice la congiuntura negativa, sprofondò definitivamente nelle sabbie mobili del trash. E l'inconsistenza di questa storia ne è prova concreta. Produzione italo-spagnola e musiche barzotte di Armando Trovajoli. 1,5/10.
Un dentista viene assoldato come medico curante per permettere le tresche di un marito adultero; ma fra la bella moglie (bruna) e la sua gemella (bionda), il dottore perde la testa...
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