Regia di Alain Corneau vedi scheda film
All'epoca Corneau era considerato il più autorevole candidato a raccogliere l'eredità di Melville quale esponente di punta del noir francese. Questa sua opera seconda è un interessante poliziesco che il regista stesso definì come il racconto della perdita di identità di un uomo che "a poco a poco si identifica con la sua arma, fino a diventarne il suo prolungamento meccanico." Certo accusa quel ritmo lento che contraddistingue quasi tutti i polizieschi francesi, ma con l'uscita di scena della Sandrelli (non che fosse colpa sua, intendiamoci) la vicenda sale di tono ed è divertente assistere alla contrapposizione tra un poliziotto che utilizza la sua posizione per sfuggire alle proprie responsabilità e un altro che, vittima di circostanze avverse, rischia di finire ingiustamente sull'altro lato della barricata. Personaggi ben definiti e finale inaspettatamente violento.
Bella colonna sonora di Georges Delerue.
Voto:7+
Tipicamente melvilliana, fatta eccezione per la prima parte.
Bravo.
Perfetto.
Nella realtà era moglie di Montand. Qui interpreta la moglie disabile (ma fino a un certo punto...) di Pèrier. Ovviamente brava.
Al cospetto di alcuni mostri sacri del cinema francese non sfigura affatto, ma il film diventa veramente interessante dopo il suo omicidio.
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