Regia di Luc Besson vedi scheda film
Rivolto ad Angela, Andrè esclama: “Con tanti ponti a Parigi proprio qua dovevi suicidarti?”
Ed invece no, perché di ponti da immortalare in caso di tuffo mortale, come nel caso dei nostri protagonisti, giusto Pont Alexandre III elargisce subito una favolistica emozione.
E qui, giustamente, inizia e finisce il film, con una finalmente intrigantissima Parigi in bianco e nero a disvelarsi e farsi coccolare da ponti, parchi e lungosenna, tra chiaroscuri silenziosi e “sparati” di luce diurna o sporcati dalle luminarie della notte, che fanno spesso a meno, e volentieri, di folla distraente.
Poi una storia dèjà-vu, d’accordo, ma dal taglio azzardato, accostamenti estremi, il magrebino sfigato e l’angelo ultrabiondo che gestisce in maniera naif i suoi poteri. Ritmi serrati e voglia di analisi ed introspezione ardita. Film che fruscia via in angelico batter d’ali…
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