Regia di Glauco Pellegrini vedi scheda film
Franco e Gabriella, due sposini di modesta condizione sociale, stanno per comprare una casetta in zona popolare. Lui però vince una pelliccia di visone alla lotteria aziendale; lei comincia a indossarla atteggiandosi a donna di classe e finendo per complicarsi ulteriormente la vita. L'unica soluzione sarà quella di vendere la pelliccia e utilizzare il denaro per la casa.
Niente di eccezionale, vero, ma Una pelliccia di visone è comunque un titolo sostanzialmente passato inosservato e finito nel dimenticatoio in maniera immeritevole, quantomeno rispetto alle numerose commediole coeve prive di altrettanta verve. Il ritmo e la vivace e sufficientemente solida costruzione narrativa sono la forza principale di questo film che non ha grandi ambizioni e che propone una morale facile e volutamente priva di approfondimento; ecco perchè si può rimanere stupiti nel riscoprirlo per caso grazie alla rete nel 2016: alla luce di pregi e difetti, Una pelliccia di visone pare lavoro di evidente onestà di fondo, che non si crede meglio di ciò che effettivamente è. Glauco Pellegrini ha girato una manciata di titoli 'senza infamia e senza lode' fra gli anni Cinquanta e i primi Sessanta; in questa occasione ha a disposizione un copione dalle firme eccellenti (Sergio Amidei, Age & Scarpelli per la sceneggiatura; il soggetto è invece di Fede Arnaud e Alberto Liberati) e un cast ricolmo di comprimari, seconde linee, volti celebri alle prime armi che rendono l'opera maggiormente accattivante: Franco Fabrizi, Tina Pica, Giovanna Ralli, Roberto Risso, Ave Ninchi, Paolo Stoppa e, in una particina, anche Monica Vitti poco più che ventenne. 4/10.
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