Cinque episodi per uno dei film più ermetici tra quelli che hanno "interpretato" il '68. Il più enigmatico è quello sulle Pantere nere che in un cimitero di automobili di Londra uccidono una ragazza bianca. Parlano per slogan, e i loro discorsi, comunque, ammazzerebbero lo stesso chiunque. Il più "nouvelle vague" è quello con Anne Wiazemsky "graffitara". Il più bello, ça va sans dire, è quello delle session di registrazione di _Sympathy for the Devil_ dei Rolling Stones. Nascita di un capolavoro, con ancora Brian Jones in prima fila, Mick Jagger bello come un adone e Keith Richards sopra uno sgabello a inventarsi riff.
E' un documento audiovideo impregnato dello spirito di quei giorni, di quel 1968 politicamente, socialmente e musicalmente in prima linea, filtrato attraverso la camera (e lo sguardo) di Godard, ovvero uno dei principali esponenti della nuova generazione di cineasti. Al passo con i tempi, il regista francese sceglie Sympathy for the devil come colonna sonora ed emblema di quel periodo, e la… leggi tutto
Cinema sperimentale anni '60, difficile cavarci un ragno dal buco, il più delle volte ci si ritrova a storcere il naso. Il brano "Sympathy for the Devil" dei Rolling Stones (di certo non tra i loro pezzi migliori, ma provvisto di una certa importanza simbolica e semantica) ci accompagna, ripetuto fino alla noia, lungo il percorso (100 minuti che sembrano interminabili). leggi tutto
Mancanti:
- Day & Night (2010)
- La commune (Paris, 1871) (2000)
- A Close Shave (1995)
- Marketa Lazarová (1967)
- Kiga Kaikyô (1965)
[lavori in corso]
Quanti di voi si ricordano di Anne Wiazemsky, l'attrice che debuttò sullo schermo nel 1966 interpretando il ruolo di Marie in Au Hasard Balthazar, capolavoro di Robert Bresson? In seguito, l'attrice…
Una serie di episodi totalmente slegati fra loro, che messi insieme compongono una sorta di riflessione sui concetti di democrazia e libertà nel mondo occidentale. Come making of di un videoclip dei Rolling Stones può funzionare, e anche Anne Wiazemsky che si aggira per i boschi in abiti ottocenteschi ha una certa grazia; le Black Panthers che giustiziano donne bianche sono un…
E' un documento audiovideo impregnato dello spirito di quei giorni, di quel 1968 politicamente, socialmente e musicalmente in prima linea, filtrato attraverso la camera (e lo sguardo) di Godard, ovvero uno dei principali esponenti della nuova generazione di cineasti. Al passo con i tempi, il regista francese sceglie Sympathy for the devil come colonna sonora ed emblema di quel periodo, e la…
Protagonisti sul palco o vagabondi solitari con la chitarra sulla spalla, guitar heroes come spadaccini invincibili e menestrelli da falò sotto le stelle. In molti, sul set, hanno imbracciato lo strumento musicale che…
Rappresentazione sessantottina insolitamente verbosa, in cui il profluvio di parole, musica e colore sembra voler coprire un catastrofico vuoto d'idee. L'arte e la politica (o presunte tali) sparano a caso, come una bomboletta spray, in una sonnolenza vagamente underground, in una rilassatezza non priva di richiami trash. La narrazione delirante della voce fuori campo, popolata di personaggi…
film-document-(ario)o,riuscito molto frastagliato.pallose le parti narrate a voce con dialoghi assurdi e frasi basate su fatti dell'epoca ma poco interessanti.l'unica cosa che si salva e' il molto interessante groviglio di prove delle Pietre Rotolanti,anche se a me non sono mai piaciuti.voto.6.
Cinema sperimentale anni '60, difficile cavarci un ragno dal buco, il più delle volte ci si ritrova a storcere il naso. Il brano "Sympathy for the Devil" dei Rolling Stones (di certo non tra i loro pezzi migliori, ma provvisto di una certa importanza simbolica e semantica) ci accompagna, ripetuto fino alla noia, lungo il percorso (100 minuti che sembrano interminabili).
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