Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Trasposizione televisiva dell'opera teatrale di Euripide Le baccanti, nella quale si consuma la tragedia di Penteo, re di Tebe, che stoltamente rinnega la divinità di Dioniso.
Pur non essendo tra i titoli maggiormente noti di Ingmar Bergman, questo Le baccanti (Backanterna, originalmente) risulta un lavoro di indubbio interesse, soprattutto per gli amanti della lirica e del teatro classico – ma non solo per loro. Questa versione della tragedia di Euripide, messa in musica da Daniel Bortz con libretto di Goran O. Eriksson e Jan Stolpe, è infatti una delle regie televisive più elaborate messe in scena dal Maestro svedese che, pur adeguandosi ai canoni teatrali di partenza per luci, costumi e scenografie, gioca molto sul montaggio, su campi e controcampi, primi piani, sovraimpressioni, non disdegnando nel finale di sfruttare anche qualche minimale effetto speciale per la scena del rogo. Due ore e un quarto di durata sono a ogni modo una discreta prova di resistenza per lo spettatore, per quanto la storia possa essere avvincente e gradevoli le musiche; in scena tra gli altri troviamo Sylvia Lindenstrand e Laila Andersson-Palme (curiosità: in ruoli maschili, rispettivamente Dioniso e Tiresia), Peter Mattei, Sten Wahlund, Per Mattson e Peter Stormare (nientemeno). L'anno precedente Bergman aveva diretto, sempre per il piccolo schermo, una sua interessante versione di Madame de Sade di Yukio Mishima. 6/10.
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