Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Confessione sotto forma di incubo, dove il regista è il pittore e, viceversa, il pittore è il regista dei propri incubi. Forse uno dei film più autobiografici del Maestro svedese, anche se sembra molto una confessione estorta durante il sonno o sotto l'effetto del siero della verità, quando tornano al pettine tutti i nodi di un'infanzia nutrita di severe punizioni corporali. La musa espressiva è quella dell'espressionismo, dove l'ora del lupo potrebbe essere l'immagine vista dalla figura terrorizzata (?) dell'Urlo di Munch. Girato subito dopo "Persona", "L'ora del lupo" è arcano come il predecessore, ma per fortuna qui l'afasia si scioglie in una fantasiosa e kafkiana logorrea.
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