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Rabies

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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La recensione su Rabies

di mm40
5 stelle

Sei ‘scene di vita umana’, sei differenti tipi di crisi interpersonale, tra delusione, sconforto, lamentela, incomprensione e rabbia.

 

Crisi in sei scene: se questo titolo non vi dice nulla, date un’occhiata alla filmografia di Woody Allen per scoprire che il titolo della sua unica scappatella nelle serie tv/web (Crisis in six scenes, appunto, del 2016) è con buona probabilità un tributo – l’ennesimo da parte del regista americano – a Ingmar Bergman. Nulla di certo né tantomeno di dichiarato, ma fin dall’inizio, dall’introduzione affidata al sedicente dottor Bo Stensson – il magnetico Max Von Sydow – viene puntualizzato ripetutamente il concetto che questo Rabies si compone di sei scene, sei differenti declinazioni di crisi interpersonali, sei incomprensioni profondamente umane; Bergman, che ha ricavato l’opera dal romanzo Loafing (all’incirca: perdere tempo, oziare) di Olle Hedberg, aveva già portato il testo sia in teatro che in radio. Qui lo riadatta per la televisione svedese e compie un ottimo lavoro, interamente girato in interni ma sufficientemente dinamico nei cambi di scena, nei movimenti di macchina e nelle caratterizzazioni, per quanto palesemente affidato in primis ai dialoghi e alle reazioni emotive tra i personaggi in puro stile kammerspiel. Se si considera inoltre che in quello stesso 1958 lo svedese girava uno dei suoi film più intensi e disperati – per quanto poco noto: Alle soglie della vita, e che proveniva da un 1957 in cui aveva licenziato in serie Il settimo sigillo e Il posto delle fragole, si può facilmente intuire che il Nostro era davvero in stato di grazia. Eppure disse di non amare Rabies per la sua atmosfera tetra e pessimistica; ciononostante in età avanzata scriverà (non arrivando a girarlo: ma ci penserà Liv Ullmann, nel 1996) Conversazioni private, decisamente ispirato a Loafing quantomeno nella struttura narrativa. Tra gli altri interpreti qui si segnalano Bibi Andersson, Gunnel Lindblom, Folke Sundquist e Ake Fridell, tutti attori di precedenti esperienze bergmaniane. 5/10.

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