Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
La giovane e bella Anne-Marie, orfana e cresciuta da due vecchie zie, scopre una sera quasi per caso che il ricco signor Sleeman sta venendo a chiederla in sposa. Ma Sleeman non è più giovanissimo, non è bello ed è anche zoppo. E Anne-Marie ama, ricambiata, Walther.
Herr Sleeman kommer (l’arrivo del signor Sleeman, approssimativamente) è un atto unico del drammaturgo svedese Hjalmar Bergman, nessuna parentela con il regista Ingmar; in questo film televisivo del 1957 le strade dei due artisti si incrociano per l’unica volta, anche se le opere di Hjalmar saranno messe in scena molto spesso sul piccolo e sul grande schermo svedese (nel 1983 toccherà a Kurt-Olof Sundstrom dirigerne una versione con protagoniste Harriet Andersson e Pernilla August). Un dettaglio che non può sfuggire è il fatto che questo lavoro viene girato a cavallo fra Il settimo sigillo e Il posto delle fragole, ma in ogni modo rimane ben distante da entrambe le opere: si tratta infatti di una pellicola di appena 43 minuti girata in studio, quasi interamente in una stanza, con cinque attori e pochissima azione, quasi solo dialoghi. Se le due vecchie zie (Naima Wifstrand e Jullan Kindahl) e il signor Sleeman (Yngve Nordwall) funzionano bene sia come personaggi che come interpretazione, la parte principale è comunque quella di Anne-Marie, affidata alla bravissima Bibi Andersson, mentre nel ruolo più defilato compare nientemeno che Max Von Sydow, d’altronde impeccabile come sempre. Data la destinazione ‘domestica’ non sorprende lo scarso ritmo, eventuale problema comunque superabile oggi grazie alla durata limitata. 5,5/10.
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