Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Di Giovane e innocente, uno degli ultimi film inglesi di Sir Alfred, si parla soprattutto della parte finale, quando la macchina da presa dal totale del salone in festa restringe sempre di più il campo d’azione, concentrandosi su un musicista truccato da africano che suona irrequieto. È una sequenza che è entrata di diritto nella storia del cinema per la maestria registica di passare dal totale al particolare, cogliendo un dettaglio apparentemente impercettibile ma che rappresenta l’elemento più importante della storia. Dopodiché i due protagonisti più un aiutante mezzo ubriacone ma sveglio riescono ad acciuffare il criminale e tutti felici e contenti.
Però nel film c’è anche altro, e non soltanto la serie di temi ricorrenti hitchcockiani concernente l’uomo innocente, il senso di colpa, il peccato: c’è certamente il racconto di una storia d’amore tra la giovane di buona famiglia (in questo caso figlia di colui che guida le indagini sull’omicidio che apre il film) affascinata dall’uomo in fuga perché trovatosi nel posto sbagliato al momento sbagliato; ma c’è anche un gustoso ritratto dell’alta borghesia anglosassone, messo in scena in quella bellissima sequenza dentro la casa della zia della protagonista, in cui tra bambini festanti e tentativi di mascheramento, la padrona di casa sospetta della condotta della nipote e, da buona pettegola, la spiffera al di lei padre.
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