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I diavoli

Regia di Ken Russell vedi scheda film

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La recensione su I diavoli

di maso
10 stelle

 

 

                                              

                      

Chi sono i diavoli? Da dove vengono? Che cosa fanno? Di che cosa sono fatti? Che faccia hanno?

Nel diciassettesimo secolo erano a Loudoun in Francia, incombenti sulle anime di padre Urbain Grandier e sorella Jeanne degli angeli, un demone donna bramoso di un diavolo uomo insinuatosi fra le carni e le viscere di sorella Jeanne nelle vesti di Grandier e tutto intorno a loro i veri diavoli pronti a bruciare, questo scandalo popolare fu narrato da Aldous Huxley in un suo traumatizzante romanzo storico e politico che fu trasposto da Ken Russell in questo autentico calderone di pece bollente riversato in faccia ai perbenisti a Venezia nel '71, si pensava fosse il momento adatto per porlo sotto gli occhi di qualche povero diavolo bigotto ma lo sbigottimento fra le orsoline e i chierichetti in giuria fu così rivoltante che il film venne vietato categoricamente alla circolazione e ai due splendidi interpreti Vanessa Redgrave e Oliver Reed fu proibito di farsi vivi in Italia con la minaccia di essere in pratica messi al rogo.                         

Ma che diavolo c'è in questo film di così scioccante? Merita davvero di avere questa fama così scottante che lo fa ancora oggi ardere nel fuoco della censura per l'home video?                         

Ebbene si! "I diavoli" di Ken Russell è un film che ha fatto scandalo allora e continua a far parlare di se oggi, ma per fortuna più per la sua assoluta grandezza artistica: è un film storico in tutti i sensi perché brucia la pellicola solo se paragonato ad un qualsiasi altro film su fatti accaduti secoli fa che coinvolgono chiesa e stato, inoltre è un film epocale per il cinema immaginifico di Russell, quello inglese e mondiale e per il critico Mark Kermode che ha curato con passione la pubblicazione in DVD con l'aggiunta di scene che furono perdute a seguito dei colpi di mannaia subiti nel corso degli anni, nonostante ciò la scena dello stupro del crocefisso con le monache invasate e la masturbazione con la tibia sono ancora oggi ritenute impubblicabili dalla WB e non sono state incluse nella nuova luccicante versione che è comunque un piacere per gli occhi anche se per un fans del film e del regista come me sarebbe stato un privilegio enorme poter assistere alla proiezione della versione integrale che Mark Kermode ha allestito in alcune sale prima dell'uscita del DVD.

Ogni aspetto della realizzazione di questo film è scaturito dal talento di chi ha voluto fortemente impressionarlo su pellicola per impressionare con la forza delle immagini e del racconto gli occhi e la psiche dello spettatore, ma non gratuitamente perché la bellezza estetica delle immagini è così affascinante che chi ama il cinema fuori dagli schemi e anticonvenzionale non potrà che rimanere travolto a livello emotivo dal sangue, la violenza, la follia e le allucinazioni srotolate da Russell con la sua proverbiale messa in scena tinteggiata di anacronismi e riferimenti a ciò che nella storia dell’uomo arriverà in seguito.

Il punto di partenza deve essere per forza Urbain Grandier che fu immaginato da Russell nelle sembianze e il carisma di Oliver Reed, scelta sontuosa perché Reed diede una prova memorabile da molti considerata la vetta della sua carriera: Grandier è un sacerdote insignito dei pieni poteri su i suoi devoti dal morente governatore Saint Marthe finché non sarà nominato un successore, è un uomo di grande fascino e personalità che non rifiuta i piaceri della carne ma allo stesso tempo tiene fermamente alla stabilità dei cittadini di Loudoun, la prima scena in cui si evidenzia che è un prete devoto ai suoi doveri è quella notturna della pestilenza  dove lo vediamo soccorrere una donna in preda ai deliri per la malattia mentre sta subendo l’esorcismo di due dottori allucinati che le applicano dei bulbi di vetro sulle piaghe, in questa scena molto disturbante Russell indugia sul viso sbavante della donna nella luce tenue della stanza venando il tutto di tinte horror, l’intervento di Grandier dissolve la tensione e Madeleine la figlia della donna rimane colpita dall’amore profuso dal sacerdote nel preparare la madre alle porte del cielo, lo stacco sulla fossa riempita dai corpi senza vita degli appestati è di stampo tipicamente storico e riporta alla mente l'olocausto.

La città di Loudoun è una fortificazione di mattoni bianchi stretta sulle vie della città, ha un sapore fittizio assolutamente pertinente allo stile del regista, l'impatto visivo lo si deve al grande lavoro di Derek Jarman che ha creato un set asettico minimizzando i dettagli per rendere la fortificazione in bilico fra passato e presente.

Gli intarsi delle strutture di Loudoun continuano all’interno del convento delle Orsoline, il bianco ostinato delle mura e le sbarre alle finestre lo fanno sembrare un manicomio o un laboratorio per la vivisezione e Russell accentua l’effetto inclinando gli obiettivi per rendere lo straniamento dello spettatore anche più forte.

 

      Risultati immagini per The devils Vanessa Redgrave nella scena del rosario

 

Il convento con le suore che bramano il corpo di Grandier come una rock star pronta a salire sul palco per predicare la sua musica è il luogo dove Russell può cominciare a scatenare i diavoli che possiedono suor Jeanne degli angeli che forma con Grandier la coppia più maledetta ed impossibile della storia del cinema.

Vanessa Redgrave fornisce una interpretazione che va oltre ogni possibile immaginazione dovendo subire le richieste estreme di Ken Russell, pensate che questa sua performance le fece interrompere una gravidanza, non mi ricordo di aver visto caratterizzare un personaggio così complesso con così tanta forza emotiva è sottomissione fisica: suor Jeanne è gobba, frustrata dalla sua deformità e strozzata dalla sua condizione di penitente per costrizione e come tutte le sue adepte desidera Grandier, ma il suo desiderio è qualcosa di morboso, una dannazione dell'anima e un sogno di bambina.

Il diavolo che è dentro di lei la trascina fino alla fornicazione in una scena bellissima fra quelle recuperate da Mark Kermode, Russell inquadra una porzione del loculo nella sua "cella di manicomio", si intravede un corpo nudo e la gestualità è eloquente, la Redgrave si genuflette come schiacciata dal convento, strabuzza gli occhi da grande attrice qual è in preda alla pazzia totale alternata alla sofferenza interiore e fisica, stritola un rosario mentre davanti ai suoi occhi si scatenano le allucinazioni più sfrenate con Grandier che passeggia sulle acque o discende con il corpo martoriato dal crocifisso, lei si inchina ai suoi piedi con un fiume di capelli rossi nella sua immagine di bellezza che non ha per leccare le ulcere sanguinanti di Grandier mentre i devoti di Cristo sono in fermento, questo è cinema di pura potenza visiva e di espressione critica concreta alla falsità della chiesa, allo strazio dell’uniforme e della deformità, l’allucinazione svanisce sulle mani sanguinanti di suor Jeanne che è sola con il diavolo in lei e con molti altri in carne ed ossa che stanno per impossessarsi del suo corpo per straziarlo a scopi politici.

Grandier è nel frattempo impegnato alla salvaguardia delle mura della sua città: il cardinale Richelieu ha ordinato al barone Laubardemont di abbattere le fortificazioni e l’unico ad opporsi è proprio Grandier che ha anche trovato l’amore in Madeleine, in questo canale si incrociano i destini di suor Jeanne e Grandier per le motivazioni politiche sollevate da Laubardemont.

La bramosia della monaca deforme e le altre religiose giunge alle orecchie di Laubardemont e Trincant che decidono di far intervenire padre Barre per praticare un esorcismo su suor Jeanne e dimostrare che Grandier è un eretico dedito alla stregoneria con la quale ha demonizzato l’intero convento, la prova della sua fratellanza con il diavolo potrà così toglierlo dalla circolazione.

Il film si infiamma con l’entrata in scena di Michael Gothard: porta capelli lunghi e occhiali con lenti azzurrate che lo fanno apparire come un hippie fuoriuscito da una manifestazione contro le istituzioni se non fosse che il suo intervento è richiesto proprio dalle istituzioni ed è lui a condurre la tortura psicofisica ai danni di suor Jeanne sottoposta a sevizie di ogni tipo al fine di farle confessare il nome del diavolo che la ossessiona, la Redgrave ghigna in maniera inquietante nell’obiettivo per poi subire incursioni corporali fino al delirio della scena dell’orgia nella chiesa che non vedrete mai completa nelle versioni in circolazione.

C’è di tutto in questo segmento: il delirio delle monache denudate che sradicano dalla parete un crocefisso per poi strusciarsi come gatte in calore, altre che strofinano candele a mo’ di fallo, Russell che usa lo zoom come un coltello su padre Mignon che si masturba sotto la tonaca, i diavoli sono nella casa del signore mentre Grandier nel montaggio incrociato con i deliri di Loudoun dice messa con la moglie Madeleine sulle rive di un lago fuori città in un clima di pace molto distante da ciò che a sua insaputa sta avvenendo per mano dei diavoli del clero e dello stato.

L’intervento di Re Luigi vestito a festa e completamente a suo agio in quel clima malsano è l’episodio che porta con se nel suo scrigno misterioso la sciabolata di Russell alla suggestione religiosa: il monarca afferma che celata all'interno della sua nicchia c’è una antica reliquia capace di scacciare il demonio dalle religiose possedute che sembrano finalmente placarsi ma nel momento in cui mostra il contenuto a padre Barre si scopre che è vuoto, Re Luigi ride per aver dimostrato per l'enneesima volta la sua capacità di manipolare la chiesa a proprio piacimento con lo scopo di farsi due risate.

I diavoli hanno ottenuto la sottomissione di Grandier e i regnanti il possesso di Loudoun e i suoi cittadini che in preda a un delirio crescente condannano e deridono l’unico uomo che aveva saputo difenderli da quei diavoli incappucciati che lo hanno accusato di essere il messia del demonio, il processo a Grandier avviene nella chiesa stessa dove poco prima si era consumato il peccato di massa, giudici che sembrano membri del K.K.K. incolpano Grandier che è in realtà l'unico uomo retto in quel tempio sconsacrato.

La storia vista con gli occhi di Russell è un spettacolo fiammeggiante, questa storia lo è ancora di più e come dichiarato dallo stesso regista la violenza narrata da Huxley nel romanzo che ha ispirato il film è di gran lunga più elevata di quella esposta nelle immagini memorabili dalla prima all’ultima sequenza, non a caso è considerato il capolavoro inarrivabile di Russell che fu anche premiato a Venezia come miglior regista nonostante una giuria di diavoli perbenisti lo avesse tacciato di blasfemia ed oltraggio alla chiesa, forse perché "I diavoli" parla troppo chiaramente dell’oltraggio della chiesa e delle sue porcate sotto braccio alla forza dello stato.

L’inferno non aveva segreti per loro, non è un segreto che “I diavoli” è il capolavoro di Ken Russell, uno dei miei film preferiti in assoluto che come “Arancia Meccanica” ha messo paura all’Inghilterra perbenista e all’Italia delle ostie dolci.

Una versione italiana di questo film senza omissioni nella sua durata di 117 minuti non potrà mai essere approvata finchè i diavoli saranno intorno a noi.

 

 

              Ken Russell dirige Oliver Reed e Vanessa Redgrave nella scena dell'allucinazione

 

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