Regia di Ken Russell vedi scheda film
Nell'infinita Storia del Fanatismo Religioso (non sto dicendo che chi è religioso lo è automaticamente, me ne guardo bene) una paginetta toccherà anche a quegli imbecilli che in questi giorni hanno abbrancato l'ambulanza che portava Eluana Englaro dove sarebbe giusto che andasse: un capitolo più eloquente spetta invece a questa drammatica vicenda, che coinvolse il cardinale Richelieu, circa la cittadina di Louson, in Francia nel 1634 .Tratto da un libro di Aldous Huxley, che scrisse "I diavoli di Louson", il film è stato il più grande successo commerciale di Ken Russell, ed ebbe i suoi guai, soprattutto da noi, nella stessa epoca che condannò al rogo "Ultimo tango a Parigi", visto che sia Oliver Reed che Vanessa Redgrave furono condannati a tre anni di galera se avessero messo piede in Italia: nonostante sia stato un cineasta molto incline agli eccessi, c'è da dire che ne "I diavoli" l'autore di "Tommy" sia molto interessato a sviluppare la storia che ha scelto, e meno curi la sua tendenza a visioni e divagazioni visive in generale. Le interpretazioni di Reed e della Redgrave sono energiche, il Grandier carnale alfiere dell'importanza dell'indipendenza distrutto dai giochi lerci di chi cura interessi nascondendosi dietro i veti religiosi e la madre superiora deforme e resa pazza dall'uso del potere e dai propri desideri repressi sono personaggi che rimangono impressi: violento, cupo, ma molto meno di quanto venne indicato alla sua uscita, resta un'opera con una pessimistica visione della Storia, ma allo stesso tempo una vibrante affermazione del bello che sta nella volontà di non cedere al Potere.
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