Regia di Ken Russell vedi scheda film
I diavoli, come altri film di Ken Russel (non tutti), ha fatto la storia del cinema, sia in maniera positiva che in maniera negativa, e per me entra di diritto nei grandi capolavori del cinema anche se chiaramente è un film molto speciale.
La pellicola racconta la storia di un prete in Francia tra il 1600 e il 1700, che deve lottare in un mondo in lotta continua tra protestanti, cattolici e manie di potere.
Stiamo parlando di una pellicola molto dura e difficile da digerire, ma è da vedere con un occhio critico e non diretto.
Mi spiego meglio, se vediamo il film solo dal punto di vista dello spettatore che guarda la pellicola, la stessa diventa un insieme di immagini veramente eccessive e sconcertanti che passano dal semi-erotico al blasfemo.
Ma se cerchi di vedere il film con una ottica meno centrata sulle immagini ma osservando più attentamente le varie scene, scopriamo la vera natura di tutto il lavoro di Ken Russel: una critica alla politica, alla chiesa e a tutti, direi. Le suore che sono suore solo perché non possono sposarsi, i cardinali che più che di fede vivono di politica, l’egoismo e il menefreghismo tagliente del popolo. Il tutto con scene si forti ma non eccessive.
Questo è il linguaggio del regista prendere o lasciare.
La scena madre del film, che ti fa capire perfettamente il contesto, è proprio durante la pseudo orgia delle suore che sono vittime, se così si può dire, dell’esorcismo sbilenco di un fantomatico prete venuto dalla città. Una delle suore, delle ragazze, è nuda e mentre la si vede nel bel mezzo dell’esorcismo, il suo corpo risulta volgare, ma appena il sacerdote del paese la abbraccia il nudo diventa quasi puro, quasi mistico tanto da far intravedere l’anima massacrata della donna.
La Redgrave regala una interpretazione incredibile nel ruolo della suora storpia che si invaghisce di Urbano Grandier, il prete del paese e non ricevendo risposta positiva trama vendetta alle sue spalle.
Altra interpretazione incredibile quella di Oliver Reed nella parte del protagonista, il prete Urbano Grandier, che all’inizio del film sembra il più peccatore, ma che alla fine risulterà essere anche quello con più fede.
Si, è un film non adatto a tutti, bisogna avere una mentalità aperta e non prona solo alle proprie ideologie qualunque esse siano.
La pellicola prende spunto da una pièce teatrale e da un fatto realmente accaduto.
La critica lo ha massacrato ovviamente e la censura lo ha fatto addirittura ritirare, ma il problema non era e non è che tipo di immagini il film propone ma come tu le vuoi vedere.
A volte, preferiamo censurare (negare l’evidenza) che accettare di aver sbagliato (siamo tutte divinità infallibile a questo mondo…)
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