Regia di Shohei Imamura vedi scheda film
Il film comincia con un tono quasi da commedia leggera, del tipo "neorealismo rosa", per poi diventare una sorta di variante giapponese del "Buco" di Jacques Becker (che, comunque, è del 1960). Con l'estetica barocca che gli sarà propria anche in futuro, Imamura comincia ad interessarsi della parte bassa della società, così come di quella del corpo umano. Non è un caso che questi poveracci, oltre che di denaro (il cui desiderio rimarrà, per l'appunto, inappagato), siano affamati di sesso, tanto è vero che il fulcro della vicenda ruota proprio attorno a due donne: la sorella del tenente scomparso, concupita dai membri della bannda e la giovane Ryuko, contesa dal nullafacente Satoru e dal bottegaio Sugai, che ormai commercia in abbigliamento di tipo occidentale. Da vedere sia come puro spettacolo d'intrattenimento, sia come introduzione al cinema sociale di cui Imamura (1926-2006) sarà un propugnatore. (18 maggio 2008)
Durante la guerra, quattro soldati giapponesi nascondono un carico di morfina in un rifugio antiaereo alla periferia di Osaka, dandosi appuntamento dopo dieci anni per riprenderselo e venderlo sul mercato illegale. All'appuntamento si presentano in cinque. La banda comincia le operazioni di recupero, ma iniziano anche gli screzi tra i componenti, i sospetti reciproci, le intrusioni dei vicinanti.
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