Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Un po' di gangster movie, un po' di noir e un po' di thriller: questi gli ingredienti di "Black Dahlia". De Palma prende il cruento fatto di cronaca (resta sullo sfondo per oltre 3/4 di film) che da il titolo all'opera per poi tesserci sopra un intreccio di storie, costruendo un puzzle che piano piano acquista forma, fino all'ottimissima seconda parte del film. Ne emerge un'opera a dir poco pessimista fatta di follia, tradimenti, perversioni (i ricchi vengono dipinti come meschini e bigotti) e avarizia.
Probabilmente qualche taglio, specie nella prima parte (dove si caratterizzano troppo i personaggi) non avrebbe guastato al ritmo anche perché emerge la fastidiosa sensazione di voler mettere troppa carne al fuoco.
La regia di De Palma è discreta (memorabile l'intera sequenza che porta all'assassinio di Eckhart, e quella hitchcockiana, ma anche un po' argentiana che precede il ritrovamento della Short con un assassinio che racchiude un indizio che in prima battuata passa inosservato), anche se non è tra le migliori tra quelle offerte dal celebre regista di capolavori come "Omicidio a Luci Rosse".
Notevoli le interpretazioni con una Johansson che sorprende positivamente e una Swank sempre brava. Niente male anche l'attrice che interpreta la Short. Meno bravi i "maschietti", specie Hartnett.
Ottima la fotografia (voto: 9) e la messa in scena. In definitiva, un po' lento, ma comunque qualitativo e con qualche lieve spruzzatina gore. Voto: 7+
Qualche taglio in sceneggiatura relativo ai rapporti tra i due pugili e a qualche aneddoto relativo agli stessi (vedi il riferimento della sorella 15enne perduta da Eckhart).
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