Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Un film alla Brian De Palma, seppur il soggetto sia tratto da un romanzo, in quest’opera è possibile riscontrare le principali inquadrature dello stile De Palma. Cominciando dal plunger sull’autopsia della Dalia Nera che evoca il plunger all’inizio degli “Intoccabili” su Al Capone. L’interrogatorio di Lorna, con la macchina da presa che le gira attorno, è spiccicato all’interrogatorio iniziale di “Scarface” ad Al Pacino. Come non notare le scene a rallenty (stile carrozzina “Intoccabili”) della sparatoria dove Eckhart salva la vita ad Hartnett e la scena sulla tromba delle scale dove Hartnett tenta di salvare la vita di Eckhart. Il regista tira fuori “il tema del doppio” in due occasioni diverse, sfodera il suo inconfondibile voyeurismo, ma senza esagerare (a differenza di altre sue pellicole, maggiormente spinte). Brian, l’inventore della “Femme Fatale”, qui ce ne offre due: la sexy Johansson e la bisex Swank! Un finale formidabile con un colpo di scena dietro l’altro, tipico dei romanzi di Ellroy (già ben servito dal cinema da “L.A. Confidential”). De Palma suggella il film con una classica chiusura THE END, musica crescente e... titoli di coda.
Brian ritrae una languida Hollywood anni ’40, una città del peccato, dove tutti sono colpevoli e tutti sono legati tra loro tramite rapporti romantici… Non ha vinto il Leone d’Oro ma vincerà di scuro degli Oscar, spero in un agognato Oscar alla regia del vecchio Brian o alla laccata scenografia, firmata Dante Ferretti.
Grazie James Ellroy.
Nulla, se va bene a De Palma, va bene anche a me!
Bravo.
Bravissima, non me l'aspettavo così!
Non è una star, è una DIVA!
Migliora sempre di più!
OVVIAMENTE OTTIMA!!!
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