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L'ingorgo - Una storia impossibile

Regia di Luigi Comencini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'ingorgo - Una storia impossibile

di hallorann
8 stelle

Luigi Comencini, scomparso poco tempo fa, è stato il più eclettico dei registi della commedia all’italiana. PANE AMORE E FANTASIA inaugurò il neorealismo rosa e una serie di successo, TUTTI A CASA un’ottima commedia sull’armistizio e dintorni, INCOMPRESO un piccolo gioiello del genere strappalacrime, i televisivi LE AVVENTURE DI PINOCCHIO e CUORE sono quanto di meglio fatto finora per il piccolo schermo, LO SCOPONE SCIENTIFICO un vertice della commedia e poi le incursioni nel giallo con LA DONNA DELLA DOMENICA e IL GATTO (curiosi e molto belli, specie il primo), vari ritratti sull’infanzia e l’adolescenza come VOLTATI EUGENIO e UN RAGAZZO DI CALABRIA. Nel ’78 con L’INGORGO-UNA STORIA IMPOSSIBILE rieditato ultimamente con il titolo BLACKOUT IN AUTOSTRADA chiude l’epoca della commedia all’italiana con un film torvo e cinico. Decine di automobilisti rimangono imbottigliati sulla tangenziale di Roma per 36 ore. Alberto Sordi e Marcello Mastroianni sono i protagonisti principali nei rispettivi panni di un avvocato senza scrupoli abituato a comprare tutto e tutti e di un divo cinematografico che si fa ospitare da una coppia di disgraziati, ogni automobile racchiude al suo interno uno stereotipo di cittadino italiano alle prese con una situazione di tale assurdità. Assistiamo così a storie di corna, coppie in crisi, uno stupro consumato tra l’indifferenza, solitudini, arte di arrangiarsi e altre figure ed episodi assortiti. Nel ’77 Monicelli, Risi e Scola con I NUOVI MOSTRI avevano detto la loro sui cosiddetti “anni di piombo” e sull’italiano medio sempre più carogna in un aggiornamento nero de I MOSTRI del ’63. Comencini è ancora più spietato e chiude il cerchio con questa commedia lugubre, allegorica e metaforica sul traffico e su uno status-symbol come l’automobile, inteso come mezzo attraverso il quale l’uomo tira fuori il peggio di sé, anche stando fermo e non solo in movimento come ne IL SORPASSO di Risi. Non c’è più niente da ridere sembra comunicare il regista, tant’è che i personaggi di Sordi e Mastroianni fanno ribrezzo e quest’ultimo è inequivocabile quando chiosa “l’umanità fa schifo…”. Dopo la visione è facile capire perché BLACKOUT…o L’INGORGO è una pellicola pressoché invisibile nei paludati palinsesti televisivi, troppo apocalittica e pessimista, sorprendente e rara invece nella filmografia di Comencini.

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