Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Talent scout di giovani fanciulle nel fiore degli anni, Alberto Lattuada non si smentisce e rende l’acerba, ma tutt’altro che innocua, Terese-Ann Savoy fulcro di questa storia ambigua e torbida sull’inganno allo scopo di lucro, in cui nessuno si può fidare di nessuno perché il dio denaro è spietato e non permette di ragionare con coscienza. Irene Papas è una borghesona pugliese che campa di rendita finché non entra in gioco il cinico Gigi Proietti, pronto ad accaparrarsi tutti i quattrini della donna. Dopo varie peripezie, in cui si mette in mezzo pure il notabile Mario Scaccia, Proietti inscena il rapimento della ragazzina, e qui la storia assume i connotati dell’amorosa ossessione, quasi in linea con il fascino del buon selvaggio di Rousseau dato che la bimba tanto sana di mente non è. Con qualche squilibrio narrativo nel dosare dramma e commedia, giungendo ad una sintesi grottesca a cui Lattuada non era certo immune, è un sapido ritratto antiborghese sulla provincia meridionale orgogliosa e tradizionalista in cui si incontrano dinamiche nuove ed avulse dal contesto ufficiale rappresentato.
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