Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Si respira un'atmosfera malata, in questo film di Lattuada, nel quale, a distanza di 35 anni, è scemata la carica di erotismo un po' morboso, scatenata dalla passione inusitata di un uomo maturo per una ragazzina bellissima ma lesa nelle proprie facoltà mentali. Mi sembra peraltro un po' deboluccia la morale che starebbe dietro al film, cioè quella di abbandonarsi al piacere irrazionale dell'ardore amoroso, anziché lasciarsi sopraffare dalla rincorsa, avida ed arida, alla ricchezza e al potere. Quello di Lattuada sembra piuttosto un ennesimo pretesto per mettere in evidenza un'altra bellezza acerba (in questo caso Teresa Ann Savoy) nonché creare un veicolo che sarebbe stato perfetto per un più giovane Alberto Sordi, ma che anche l'allora emergente Proietti sa sfruttare bene. Purtroppo, tutto l'insieme puzza un po' di muffa e non riesce a coinvolgere fino in fondo, nonostante l'impiego di attori di prim'ordine: fra gli altri, oltre ai due già citati, Irene Papas, Mario Scaccia e Bruno Cirino.
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