Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Quando si è sparsa la voce che Malick stava girando un film sulla storia di Pocahontas, sono stato tentato di interpretarlo come un sintomo di rincoglionimento senile. In realtà, come era prevedibile, la vicenda è raccontata con uno stile lontanissimo dall’estetica disneyana ed è un semplice spunto per mettere in scena una nuova parabola su Natura e Cultura (che la Cultura sia rappresentata da una faccia da gorilla come Colin Farrell è una scelta bizzarra, ma sorvoliamo). Mi sembra che l’essenza del film si concentri appunto su questo nucleo tematico: l’incontro, e poi lo scontro armato, fra gli inglesi e i nativi americani. Due mondi diversi e reciprocamente nuovi che si guardano con trasognato stupore, si studiano con un po’ di diffidenza (e viene sottolineata la fisicità dell’atto: toccarsi, annusarsi) e infine si scoprono nemici; sono scene in cui le immagini sostituiscono benissimo le parole, e quindi Malick gioca in casa. Tutto il resto (i contrasti interni fra i coloni, le vicende sentimentali della principessa indigena, la sua trasformazione in damina di corte) interessa poco, ed è un problema che questo “tutto il resto” sfiori le due ore; sarò di bocca buona, ma dovendo scegliere preferirei rivedere Balla coi lupi.
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