Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Molte erano le attese per la nuova regia di Malick. Ma se e' ancora possibile parlare negativamente di un regista per molti di culto, "The New World", pur essendo realizzato con notevole cura, fotografato coraggiosamente, quasi maniacalmente, con la sola luce naturale, curato nei costumi e nel sonoro, risulta di gran lunga il suo film minore. Le cifre stilistiche dell'autore questa volta non hanno grande forza e mai si trasformano, diversamente che in passato, in poesia.L'incedere e' veramente troppo lento anche per i meglio intenzionati, le voci, o meglio i pensieri, dei protagonisti non aiutano la
(anti)narrazione, che di rado regala emozioni e mai magia.La noia invece e' veramente tanta. E poi almeno nella traduzione italiana molti dialoghi sono risibili ed e' meglio non parlare della voce doppiata della protagonista. In una parola, insopportabile.
I personaggi, anche quelli di contorno, sono solo delle figurine senza interesse e sono ben poca cosa, probabilmente volutamente, rispetto alla mestosa rappresentazione della natura che li circonda.
Le immagini del film sembrano appartenere ad un sogno,
ma purtroppo di quelli dolorosi, che non si vorrebbero mai fare.Sono immagini che fluttuano, nebulose, che appartengono in tutto e per tutto (solo) al suo autore e che suonano come un canto funereo senza o quasi speranza.
Si, e' vero Malick, poteva essere veramente un "Nuovo Mondo" e all'inizio lo era gia'. Invece e' tanto, tanto tempo che non lo e' piu'. E non lo sara' mai piu'.. L'uomo ha perso la capacita' di vivere nella tolleranza e di vivere nell'amore, le religioni finiscono per dividere invece che aggregare. La violenza e l'avidita' per contro sembrano una miniera d'oro senza fine. Non ci rimane allora che prendere esempio dalla natura, fare come gli alberi, che trovano sempre la forza di venire su, di spingersi verso il cielo, di guardare avanti.
Ma nonostante cio',la fine del film giunge come una vera liberazione.
Finalmente e' il momento di dormire.
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