Regia di Steno vedi scheda film
Padre di tutti i film “giudiziari” all’italiana che, con varie fortune, caratterizzeranno una parte del cinema nostrano degli anni a venire, “Un giorno pretura” narra di alcune divertenti piccole liti, disguidi e malintesi che Peppino de Filippo, incorruttibile pretore romano, si vedrà costretto a dirimere.
Film che passa alla storia per un Peppino De Filippo supremo, perfettamente a suo agio in un ruolo a metà tra integerrimo servitore dello stato e sardonico ed irascibile cialtrone italiota, nonché per la nascita del fenomeno Nando Moriconi, che diventerà il protagonista del fortunato spin-off “Un americano a Roma” (personaggio a dir poco mitico col suo geniale slang, l’abbigliamento che scimmiotta Marlon Brando e una invadenza impareggiabile).
Le vicende vengono narrate in maniera congiunta, dunque non separatamente: nonostante ci sia un pretore che ascolti e giudichi le vicende una ad una, tutti i protagonisti del film ritornano più volte sullo schermo, rendendo in questo modo il film corale (se si pensa ai non sempre degni epigoni ad episodi come quelli interpretati in futuro da Banfi, Pozzetto o Pippo Franco, architettati “a tenuta stagna” secondo un sistema troppo facilone). Splendido il finale, col soliloquio ai piedi di Cicerone che è un accorato omaggio alla gente di strada ancor più di quanto lo sia la lunga dedica iniziale degli autori. Grandissimo cast (De Filippo, Chiari, Trieste, Pampanini, Loren, Sordi) coadiuvati da un nugolo di strepitosi caratteristi.
Spaccato di un’epoca, testimone (anche) di una nuova cinematografia italiana (la nascita del film ad episodi, l’uscita dal Neorealismo).
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