Regia di Satyajit Ray vedi scheda film
Perchè molti scartano in partenza questi film, pensando che siano noiosi? Invece questo non lo è proprio. Il maestro Ray, pur con un'azione ridotta al minimo, sa costruire un solido intreccio familiare e religioso, dove la noia non si vede neppure all'orizzonte. Altri registi, invece, annoiano pur cercando l'azione a tutti i costi. Qui abbiamno la rappresentazione di uno dei paradossi della religione indiana, convinta che le varie divinità si possano incarnare ora nell'una ora nell'altra persona. La giovane moglie, pura e innocente, finisce per essere vittima di questa credenza e della suggestione che ne deriva. Il suocero stesso viene rappresentato come vittima di suggestione, avendo pregato la dea in modo ossessivo per tutta la vita. Il contrasto è aumentato dal fatto che prima viene rappresentata come una normalissima donna intenta alle occupazioni domestiche e agli affetti umani. Il regista è proprio bravo nella rappresentazione di queste cose e del bambino: sono scene profonde e umanissime. Senz'altro da vedere.
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