Regia di Claude Sautet vedi scheda film
Dicono che nel momento della morte ci scorrano davanti agli occhi tutte “le cose della vita” (titolo originale). Nel caso di Michel Piccoli, che ha una situazione familiare piuttosto ingarbugliata, i ricordi si accavallano: le vacanze estive trascorse con moglie e figlio in anni lontani, il litigio avuto con l’amante la sera prima. Ma quando la morte ci coglie all’improvviso, come accade per un incidente, spezza il flusso della vita in un punto casuale e congela una volta per tutte l’immagine del nostro passato, magari ingigantendo un evento insignificante o viceversa sminuendo un evento fondamentale. Ciò che conta, in questa storia d’amore, morte ed equivoci magistralmente orchestrata da Sautet, sono i dettagli: le cose che abbiamo detto, scritto e fatto acquistano un significato definitivo e immutabile una volta che non potremo più essere lì a spiegare quali erano le nostre intenzioni. Cosicché per uno scherzo del destino può succedere che due donne perdano lo stesso uomo proprio quando entrambe credono di averlo recuperato in extremis: un finale paradossale ma non artificioso, perché è la logica conseguenza dell’interpretazione dei segni lasciati dall’uomo senza sapere che sarebbero stati gli ultimi.
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