Regia di Claude Sautet vedi scheda film
VOTO 7,5 INTENSO (Tv Luglio 2012) Les Chases de la vie è un film dalla trama esile ed essenziale, che si contorce su se stessa per scomporsi in uno struggente puzzle, concluso e risolto in un finale magistrale. Le azioni e i pensieri di Micheal Piccoli calamitano l'attenzione, la camera è sempre su di lui o guarda quello che vede lui, così 'l'accentramento' inevitabile del dramma nella mente del protagonista, evidenzia l'incomunicabilità tipica della poetica del compianto regista francese. E qui Sautet dà il meglio di se, i suoi personaggi, ripresi con un piglio notevolmente 'moderno', vagano confusi, dominati dal caso e dal disperato bisogno d'affetto, senza riuscire ad evitare l'autodistruzione verso un clamoroso e atteso finale. Arriviamo quindi all'incidente conclusivo: un tripudio di super moviola, cambi di ripresa, scomposizioni temporali e ambientali, gestiti con una maestria tecnica da capogiro (ma gli stuntmen?), una delle sequenze più impressionanti del genere, tanto da diventare il fulcro del plot, continuamente inserito nel montaggio per accelerare la tensione narrativa ed estrapolare le dominanti sentimentali del racconto. Gli attori in parte e superbi completano il tutto e mai come in questo caso il risultato finale conferma il fatto che una padronanza sicura dello stile, riesce ad estrapolare da poche azioni 'chiave' un materiale cinematografico ed emozionale d'alto livello. Finalmente l'intimismo può anche essere spettacolare e il cinema 'd'autore' sconfinando in territori inusuali, strappa gli applausi. Rifatto dagli americani nei 90' (neanche tanto miseramente visto le premesse...), con il trio Gere/Stone/Davidovich e punto d'ispirazione innegabile per l'ottimo video dei Coldplay "The Scientist". Ma Romy Schneider quanto era bella?
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