Regia di Walter Grauman vedi scheda film
La gabbia del titolo originale è un ascensore per disabili che si blocca nel momento sbagliato all'interno della villa dell'anziana De Havilland (bravissima) innescando una serie di situazioni che sotto certi aspetti anticipano gli horror politicizzati degli anni 70. Negli anni 60 il gore era più contenuto ma il cinismo non era da meno, come sottolineato dal via vai ossessivo delle auto che non si ferma mai se non per un tamponamento e che diventa simbolo di una società così ossessivamente presa dall'egoismo da non prestare attenzione neanche alle urla di chi potrebbe trovarsi in un pericolo facilmente scongiurabile. Aggiungiamo qualche considerazione sociologica di sottofondo (gli adulti che col loro senso di possesso allontanano emotivamente i figli contribuendo a farne dei mostri, come nel caso di James Caan, o dei frustrati suicidi, come nel caso del figlio della De Havilland) e il risultato è un buon film di genere, che dimostra la sua età solo per certi vezzi registici come i bei titoli di testa e la colonna sonora jazz, ma che è invecchiato piuttosto bene.
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