Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
L'inutilità della vita va oltre la nostra certezza di poterla privare di rimpianti, anche con il totale sacrificio. Una nuova e diversa non vita?
Amo molto questo regista a partire dal bellissimo Dersu Uzala.
Purtroppo in Non rimpiango la mia giovinezza non ho trovato un filo conduttore sufficientemente solido da ritenerlo meritevole di particolare considerazione. Ciò che all'inizio sempre un film con una forte caratterizzazione politica non si dimostra al tro che un film d'amore, un amore contrastato. un amore dapprima acerbo e subito dopo persino troppo maturo.
Per alcuni versi ricorda 'L'uomo che ho ucciso', ma che ne supera ulteriormente i limiti.
Il continuo ritornello, apparentemente profondo, tanto da volerlo instillare nelle menti come dictat di tutta la propria esistenza, non è altro che una forzatura che si fa a noi stessi per sacrificarsi ad ogni costo, in pieno stile giapponese, per un certo obiettivo.
Sacrificare la propria esistenza è l'obiettivo primario, il trovare una scosa ragionevole per porlo in essere è evidentemente importante per sostenere questa scelta in pubblico e coi propri cari.
Mi aspettavo qualcosa di più anche sul piano scenico, anche se la vita nei campi, in B/n, ha sempre qualcosa di magico.
Forse dimenticarsi d'esistere lottando in una causa è l'unico motivo per cui si fa.
Una nuova e diversa non vita?
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