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Lo spirito più elevato

Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film

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La recensione su Lo spirito più elevato

di Donapinto
3 stelle

Secondo film diretto da Akira Kurosawa, cineasta nipponico che da lì a poco diverrà non solo uno dei registi di punta del cinema del sol Levante, ma uno dei piu' prestigiosi della cinematografia mondiale. Qui e' alle prese con un film di chiarissima impronta (ultra)nazionalista, molto probabilmente commissionatogli dal regime all'ora al potere, e con il maestro Kurosawa che si limita a seguire le direttive impostole dal suo imperatore. Il film racconta di un gruppo di ragazze, studentesse probabilmente, che durante il secondo conflitto mondiale, lavora in una fabbrica dove si mettono a punto lenti di precisione da utilizzare su aerei da guerra. Lavoro duro e turni massacranti, ma le ragazze danno tutto se stesse, con una volonta' e una determinazione che sconfina spesso nel vero e proprio fanatismo. Sapevo a cosa andavo incontro prima di visionare la pellicola, ma il risultato finale mi ha lasciato veramente perplesso e basito. Durante il film si vedono situazioni tra il patetico, lo stucchevole e il ridicolo involontario. Una ragazza con una febbre da cavallo nasconde il tutto per poter adempiere ai suoi doveri di brava e impeccabile patriota. Alla giovane protagonista invece muore la madre, ma lei anziche' tornare immediatamente a casa e darle l'estremo saluto, si sente in dovere, come la precedente collega, a portare avanti la produzione. Sempre lei passa una notte intera a cercare una lente difettosa sfuggita a un primo controllo. Una volta trovata, fuori dalla fabbrica ci sono le sue colleghe ad attenderla per fargli i complimenti e incoraggiarla, mentre i due guardiani, sorridendo, gli ricordano che gli rimangono giusto un paio d'ore di sonno perché poi dovra' tornare a lavorare. Una pellicola intrisa di fastidiosissima e irritante retorica che paternalisticamente (e falsamente, almeno per la mia opinione) vorrebbe promuovere il lavoro di squadra e la cooperazione. Credo che nemmeno nella Russia comunista post-stalinista venivano prodotte pellicole del genere. Ritengo che non ci sia una grandissima differenza con il BERRETTI VERDI diretto e interpretato dall'attore piu' reazionario di Hollywood, che in quel caso giustificava ed esaltava l'intervento americano in Vietnam. A peggiorare le cose per questo secondo lavoro di Kurosawa, e' che il film e' stato realizzato nel 1944, sostanzialmente un anno prima della fine della guerra, con l'esercito giapponese ormai allo stremo e una popolazione che probabilmente a causa delle spese militari, era costretta a stringere sempre piu' la cinghia dei pantaloni. Riconosco che il mio giudizio possa sembrare eccessivamente severo, resta il fatto che LO SPIRITO PIU' ELEVATO resta una macchia indelebile nella carriera di Kurosawa. L'unica ragione per dargli un'occhiata e' quella che il film va solo ed esclusivamente interpretato come documento storico di un regime.

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