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Lo spirito più elevato

Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film

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La recensione su Lo spirito più elevato

di alan smithee
7 stelle

locandina

Lo spirito più elevato (1944): locandina

Un gruppo di operaie di una fabbrica di lenti di ingrandimento a scopo bellico, consapevoli e responsabilizzate dello stato di necessità in cui si trova il Giappone nel 1944 alle prese con le fasi cruciali di una guerra mondiale che lo vedeva in pieno conflitto con la potenza americana, richiede di poter essere assegnato ai turni no stop riservati ai colleghi uomini.

Pur consce di andare incontro ad un periodo di mansioni estenuanti a ritmi forsennati. Abnegazione e spirito di sacrificio delle operaie specializzate sono le caratteristiche più evidenti di un film a chiara ispirazione di regime e fini di propaganda, che esalta la virtù di votarsi alla causa del paese, in questo caso da parte di giovani donne, per servire la patria e venir meno ai sensi di colpa nei confronti dell'altro sesso, a seguito dei sacrifici perpetrati anche con la morte volontaria dei soldati in guerra, suicidi per la causa.

Donne pronte a loro modo a riscattarsi con una dedizione totale alla ragion di stato.

Due episodi in particolare di un'opera corale dal potente afflato nazionalista: quello dell'operaia che supplica la sua responsabile di non rivelare che soffre di uno stato febbrile che le richierebbe riposo.

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E poi quello di una sua collega che non si rassegna ad aver omesso di controllare una lente e si trova nel rimborso che finisca ad un soldato che non possa compiere adeguatamente la sua missione, e per questo si produce in orari notturni per trovare la lente e correggerne il difetto prima che passi al confezionamento.

Secondo lungometraggio di Akira Kurosawa è un inno all'esaltazione del rigore, del senso del dovere, dell'amor patrio che giustifica ogni più lancinante sacrificio necessario per contribuire nel modo più completo a servire il proprio paese impegnato in una guerra da vincere ad ogni costo e sacrificio.

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Film di regime e propaganda, accennavamo sopra, figlio obbediente e servile della sua epoca, schiavo di un modo di pensare che oggi ci appare assurdo, inqualificabile, ma anche preziosa testimonianza di un'epoca in cui i doveri patrii riuscivano a cancellare ogni altra esigenza, aspirazione e motivazione di vita.

E già si intravede la capacità del giovane futuro gran cineasta di sapersi districare in situazioni corali, senza lasciarsi sfuggire le sfumature più intime dei personaggi che riescono a ritagliarsi un proprio approfondimento personale e sin intimo.

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